Inizio: 26 febbraio 2013
Fine: 28 febbraio 2013
Vorrei tanto che tra gli anobiani
questo libro fosse più diffuso, invece siamo solo in 57 a possederlo. Come
sempre dietro ogni libro c’è una storia che ti ha portato fin lì… mesi fa, sarà
stato maggio, curiosando sul sito di Repubblica avevo trovato questo libro tra
i suggerimenti. La storia mi aveva catturato immediatamente. Mi sono segnata il
titolo e via. Peccato che a distanza di altri mesi non ricordassi più né il
titolo né dove avessi scritto l’appunto ma solo di cosa parlasse il libro… vi
evito la parte delle mie disperate ricerche in Google. Volevo fortemente
leggere questo libro. Chi ha trent’anni come me ha visto i vari CSI, Criminal
Minds, Bones, The Closer, N.C.Y.S…. ma questa è finzione, siamo abituati alla
finzione. Io non potevo credere che la vicenda narrata in questo libro fosse
vera. Semplicemente non mi era possibile credervi. Esistono da sempre errori
giudiziari, ma la storia di Jack Unterweger è a dir poco allucinante. E non in
senso positivo. Badate bene che questo libro parla di svariati omicidi commessi
da un serial killer, è un libro che si divora in 24 ore ma non è assolutamente
truce, lo dico per chi ne avesse il dubbio; vengono si descritti i cadaveri
ritrovati, ma tutto qui. Non servono particolari cruenti o crudi poiché questo
libro narra di una psicologia, quella di Jack, che da sola basta ad inquietare
molto più di un cadavere. La lettura è fluidissima nonostante il tema, capitoli
molto ben scritti e, vi garantisco, è assolutamente impossibile metterlo giù
fino a quando non lo avrete finito.
Ma
veniamo a Jack..
Austria
1974, il ventiquattrenne Jack Unterwager viene arrestato per l’omicidio della giovane
Margaret Schäfer, brutalmente percossa, strangolata con il suo reggiseno e
lasciata in un bosco. A inchiodarlo è Barbara, l’allora fidanzata d Jack, ma
lui negherà sempre di aver ucciso Margaret. Unterwager viene condannato all’ergastolo.
Negli anni trascorsi in carcere l’uomo si avvicina alle lettere e comincia a
scrivere varie storie, da storielle per bimbi a poesie. Ma il suo successo
massimo è Fegefeuer – eine Reise ins
Zuchthaus (1984 circa), che narra la sua versione personale della sua storia. Ne
il “Purgatorio” Jack parte dalla sua condizione di prigioniero nel carcere di
Stein, racconta quanto triste fu la sua adolescenza, maltrattato da un nonno
violento ed alcolizzato dopo essere stato abbandonato dalla madre, una misera
prostituta. L’unica figura ricordata con affetto è una zia, morta brutalmente
assassinata dall’ultimo cliente di una serata, anche lei prostituta. Il povero
Jack è allo sbando, solo, e arriva a perdere il controllo di sé compiendo
furtarelli e qualche aggressione. Lo arrestano per furto. Peccato che non
accenni minimamente all’omicidio di Margaret. La sua buona capacità di scrivere
congiunta da un carisma straordinario ed ad un viso di una dolcezza disarmante
compiono il miracolo. La gente, in particolar modo l’élite dei letterari
viennesi si convince che Jack è cambiato, che gli anni e il pentimento lo hanno
reso diverso dal giovane irruente e scapestrato che ha ucciso la povera Margaret.
La gara di solidarietà per chiedere la libertà condizionata di Jack comincia
nel 1985, ma per le leggi austriache un condannato all’ergastolo può chiedere
la libertà vigilata (a patto che gli venga data) solo dopo aver trascorso
almeno 15 anni in carcere. Così mentre il movimento per la sua libertà cresce
sempre più, Jack ha altri cinque anni per fare sfoggio della sua personalità ed
ammaliare tutti. Ora è una persona diversa, ha capito i suoi errori e li ha
pagati, rappresenta il reinserimento nella società di un carcerato, di un
assassino; dimostra che il recupero è possibile e Jack ne è la prova. Unterwager
viene rilasciato con la libertà vigilata il 24 maggio 1990.
Ora però vi dirò come comincia il libro:
Los Angeles, luglio 1991. Nell’arco di due
settimane vengono ritrovati tre cadaveri di tre prostitute, ai margini di L.A.,
di Hollywood, di Malibù, in boschi isolati, supine, legate, mezze vestite e con
la propria biancheria stretta attorno al collo a mo di corda. L’ispettore
Miller indaga sui tre omicidi ma pur avendo capito il legame che li unisce, un
serial killer, non riesce a comprendere chi possa essere stato. Tutti i
sospettati hanno un alibi e per di più gli omicidi si fermano. Forse l’assassino
è morto, forse non è di lì, forse è stato arrestato per altro… I serial killer
non viaggiano per il mondo e certamente Miller non può immaginare che nella
vecchia cara Europa, a Vienna, i colleghi della polizia hanno tra le mani ben 7
casi identici a quelli di Los Angeles. Stesso modus operandi, stessa mano,
stesse vittime: prostitute sole, di basso livello, appartate in angoli bui e
poco frequentati. La prima vittima scompare a novembre del 1990, l’ultima il 7
maggio del 1991. Tutte le vittime vengono
ritrovate, ma non subito subito, no, il killer le porta fuori mano, fuori dall’abitato,
vicino a boschi o ruscelli, le uccide e le abbandona. Le copre con dei rami, ma
non troppo; vuole nasconderle ma vuole che vengano trovate. Come quelle di Los
Angeles.
Il lettore sa già chi è stato, sa anche della
vacanza di Jack a Los Angeles, per fare alcune ricerche sull’ambiente della
prostituzione; sa delle sue ronde coi poliziotti, sa delle sue domande. Quello
che il lettore deve imparare è quanto sarà difficile per degli uomini
straordinari come Giger, Schenner, Wladkowski, strappare all’opinione pubblica
la propria creatura. Jack è la prova della manipolazione mediatica (e non solo)
delle genti; come anche il più infido uomo di questa terra possa vendersi come
un piccolo uomo bisognoso di affetto, di qualcuno che creda in lui. Jack sembra
essere irresistibile, dolce, simpatico, un po’ malinconico per la sua vita
difficile, Jack finalmente è libero, perché dovrebbe aver fatto tutto questo e
giocarsi la sua chance di libertà? Ha una nuova reputazione, nuovi amici,
ricchezza, donne che non sanno resistergli, macchine, serate… eppure il caro
vecchio Schenner sa che Jack è patologico. Schenner aveva presentato una
richiesta negli anni 80. Accusava Jack di aver ucciso, oltre a Margaret anche
Marica Horvarth, aveva molte analogie ed indizi tra le mani, ma non aveva
prove. Schenner sapeva bene che Jack era uno stupratore e lo sapeva da quando
una vittima era riuscita a sfuggirgli e a raccontare tutto. Ma ovviamente il
piccolo Jack aveva la sua versione dei fatti. Ogni sacrosanta volta. Forse se
la richiesta di Schenner fosse stata accolta e visionata si sarebbe trovata la
prova per incastrare Jack e non avrebbe mai potuto avere diritto alla libertà
condizionata. Non sarebbe tornato libero, acclamato da una folla in delirio che
invece di temerlo lo idolatrava come buon esempio della pena che porta al
pentimento ed alla rinascita.Il piccolo
uomo vestito da dandy è un bugiardo incontrollabile, un uomo molto lucido che
inizialmente sceglie di collaborare con la polizia per sviare ogni sospetto. È lui
a rispondere a domande non ancora fatte, con dovizia di particolari. Si mostra
collaborativo. Ha bisogno di fare vedere a tutti che lui non è la persona di 15
anni prima. Lui collabora perché non ha nulla da temere. Vi accorgerete di
quanto sia complessa la sua persona e la sua psiche, di quanto le persone
accanto a lui, come Bianca, Margit e Astrid non riescano proprio ad immaginarlo
nei panni di un serial killer. Non vi voglio raccontare quanto in questo libro le donne siano importanti, quanto il magnetismo di Jack sia riuscito svariate volte rimandare quello che alla fine, grazie a Dio, è accaduto lo stesso.
Il 29 giugno 1994, dopo una staffetta di quasi due anni tra Los Angeles, Vienna, Graz e Praga, Jack viene condannato per 9 omicidi su 11. Chiederà il ricorso in appello. La notte stessa alle 03:40 si impicca nella sua cella.
Questo libro è scritto in un modo stupendo e
racconta una storia che tutti dovrebbero conoscere ed analizzare. Se la mia
recensione porterà anche solo una persona a cercare questo libro per curiosità,
avrò raggiunto il mio scopo.
A tutti coloro che vogliano approfondire questa storia suggerisco di controllare qui:
Sul web si trovano numerose foto e nomi di testate giornalistiche che se ne sono occupate. Molte purtroppo sono in tedesco,m lingua che io non conosco, ma se ne trovano molte in longua inglese. Jack nei suoi viaggi e spostamenti, per chi non lo sapesse, toccò anche l'Italia. Non si sa se abbia ucciso anche qui. In Italia la prostituzione non è legale e regolata come in Austria. Qui non v'è interesse a denunciare la scomparsa di una prostituta. Pertanto non sappiamo attualmente se vi siano altre vittime ancora non rinvenute.