Inizio: 28 marzo 2014
Fine: 31 marzo 2014
Sia chiaro, per me esistono: i
Signori del Fantasy (Tolkien e Jordan), la Signora della Magia (Rowling), il
Signore degli Orchi (Nicholls) e il Signore degli Dei (Riordan). C’è anche un
posticino tutto speciale per Suzanne Collins, che però non saprei come
chiamare, forse la cosa più scontata è la Signora degli Hunger Games. Chiarito
questo punto (sul quale non transigo) mi sono trovata davanti Shadowhunters.
Ora, nulla di eccezionalmente nuovo, gente come Nascosti e Dimenticati ne sono
pieni i fantasy. Siamo passati dai Nazgul di Tolkien ai Dissennatori di Harry
Potter, per giungere ai Dimenticati di Clare. Insomma declinazioni del male o
delle conseguenze del male. Di incantesimi e magie per nascondere ai babbani,
ai mezzosangue, ai mortali ed, ora, ai mondani, le prodezze del mondo magico e
sovrannaturale, ne abbiamo a bizzeffe. Di angeli biondi con gli occhi azzurri,
passando a feroci ma affascinanti incarnazioni del male (vedi Twilight – che
non ho mai letto), stupende protagoniste ignare dei loro poteri, di ragazzini
che scoprono di punto in bianco la loro natura magica oramai sappiamo tutto.
Non c’è mondo che non sia stato esplorato e sfruttato fino all’esasperazione. Non
so nemmeno io, quindi, perché mi sia accostata a questo romanzo, so solo che
non ha nulla a che fare con il delirio adolescenziale causato dal film.
Cacciatori d’ombre. Non so, mi piaceva il titolo, aveva qualcosa che mi
attirava, senza un preciso perché. Come alle volte capita davanti a una
copertina. Nemmeno ho guardato la quarta di copertina tanto per intenderci.
Quindi, dopo averlo lasciato maturare un po’ sulla libreria ho deciso di
prenderlo e leggerlo. Neanche a dirlo che è stato lui a provocarmi!
New York. La vita di Clary Fray
scorre normalmente. Orfana di padre, vive con la madre Jocelyn e la costante
presenza di Luke (considerato uno zio), dividendo il suo tempo tra la scuola, l’amore
per il disegno e l’amico di sempre, Simon. Una sera però, al Pandemonium,
succede qualcosa che Clary non sa spiegarsi. Vedendo un ragazzo in pericolo, aggredito
in un magazzino da altri tre, decide di intervenire: questi ragazzi hanno poteri
strani e sembrano inspiegabilmente invisibili agli occhi di tutti gli altri. Il
ragazzo catturato viene ucciso davanti ai suoi occhi da un tizio biondo che gli
altri chiamano Jace. Nonostante Clary sia certa di ciò che ha visto, sul
pavimento non v’è traccia del cadavere, non c’è sangue, non c’è nulla. Ancora sottosopra
per lo stano incontro, il giorno dopo, si ritrova a discutere con sua madre che,
tanto per complicarle la vita, ha deciso di passare l’estate lontano da New York.
Nemmeno il tempo di godersi una serata con Simon in un altro locale, che ecco
di nuovo spuntare quel ragazzo biondo; Jace sta cercando lei anche se Clarissa
non ne ha chiaro il motivo. Mentre cerca di avere dal ragazzo qualche
informazione in più, Jocelyn riesce a contattare la figlia giusto il tempo di
raccomandarle di non rientrare a casa, per nessun motivo. Clary è sicura che
alla madre sia successo qualcosa di grave e si precipita a casa. Sicuramente non
è pronta a quello che l’attende: una casa vuota, di Jocelyn nemmeno l’ombra è l’ingombrante
presenza di un essere orrendo che senza pensarci due volte l’aggredisce. Senza sapere
bene come, seppur ferita, riesce ad ucciderlo ed ecco nuovamente Jace, comparire
dal nulla e portarla con sé, in quello che lui chiama Istituto. Se la sua vita
in quei due giorni è stata messa a dura prova, quello che apprenderà all’interno
dell’istituto gliela cambierà totalmente. Jace Wayland e i fratelli Alec e
Isabelle Lightwood sono Cacciatori, di demoni per la precisione. Vivono nascosti
agli occhi dei mondani (le persone comuni) protetti da svariati incantesimi e
si allenano costantemente sotto l’occhio vigile di Hodge Starkweather e del
gatto Church. Come se non bastasse, questi pazzi avanzano l’ipotesi che lei
abbia sangue di Cacciatore nelle vene, cosa che giustificherebbe la sua capacità
di vedere e la sua resistenza alle rune. Dopo avere tentato di mettersi in
comunicazione con Luke (che la tratta malamente) ed aver chiamato Simon
(trascinandolo nel caos della sua nuova realtà), decide di tornare a casa sua
insieme a Jace. Ancora incapace di mettere assieme le informazioni ricevute, si
trova davanti un’altra verità scomoda: la sua cara veggente Dorothea (che vive
al piano di sotto nella stessa casa di Jocelyn e Clary) non è una semplice
veggente, ma una Nascosta. Strega per parte di madre, rigorosamente adottata, sa
molte più cose sul Mondo Invisibile di quante Clary potesse sospettare. Sa che
sua madre era a sua volta una Nascosta e che la scelta di quella casa fu, da
parte di Jocelyn, una misura di sicurezza. Fuggita da un certo Valentine, aveva
rinunciato alla sua carriera di Cacciatrice per dedicarsi alla figlia, cercando
di tenerla lontana e ignara del Mondo Invisibile. Per ricambiare l’aiuto
ricevuto, in passato, aveva regalato a Dorothea un mazzo di carte dipinto a
mano da lei stessa. Dorothea vorrebbe leggere il futuro di Clary, ma nella sua
mente c’è un sigillo che impedisce alla ragazza di ricordare. Con sommo
dispiacere di tutti nemmeno i Fratelli Silenti riescono a sbloccarlo: deve
intervenire colui che lo ha posto, Magnus Bane, stregone supremo di Brooklyn. Come
sempre accade, per risolvere un problema, se ne combina un altro. Così, mentre
Clary cerca di farsi sbloccare la mente dallo stregone, senza risultato, Simon
viene trasformato in un topo e successivamente sottratto da una banda di
vampiri… motociclisti. Dopo avere perso sia la madre che Luke, Clarissa non può
permettersi di perdere anche Simon. In una rocambolesca e disastrosa incursione
all’hotel Dumont riesce a recuperare il piccolo amico (ancora sotto l’effetto
dell’incantesimo, fino all’alba) non prima di avere assistito ad un sanguinoso
scontro tra vampiri e licantropi. Questa volta Jace a Clary l’hanno combinata
grossa e Hodge è fuori di sé dalla rabbia. Cercando di riprendersi dalle
ferite, Clarissa scopre sempre più cose su sua madre, Luke e Valentine. Scopre che
suo padre non è stato il primo marito di Jocelyn, ma che al contrario, lo è
stato Valentine. Scopre anche che Jocelyn aveva un altro figlio, ucciso brutalmente
da Valentine. Troppe verità scomode, troppe informazioni, troppe menzogne. Ma Jocelyn
è stata rapita da Valentine, che non esiterà a torturarla fin quando non gli
rivelerà dove ha nascosto la coppa d’oro. Adesso Clarissa non può perdere altro
tempo, deve salvare sua madre. E forse sa anche come fare, perché lei sa dove
si trova la Coppa. È pronta a tutto, ma non a quello che scoprirà.
Stop. Non dirò un’altra parola. Sono
rimasta davvero colpita da questo libro, non per la trama in sé, perché come ho
già detto vi è molto di già visto (e rivisto), quanto per i personaggi. Mi è
piaciuta la scelta del personaggio di Alec, molto controcorrente, ma
soprattutto la figura di Jace. Decisamente bene costruita. Talmente verosimile
che mi ha ricordato una persona che conosco, Jace Wayland potrebbe
tranquillamente essere lui. È un personaggio complesso e decisamente interessante,
per chi ama un po’ indagare nella psicologia come me. Mi piace il linguaggio
che utilizza la Clare ed il suo modo di intessere scenari e personaggi. Non è
scontato. Anzi, la Clare fa scelte che potrei definire contro commerciali, è un’anticonformista,
ma onestamente è proprio questo che mi ha fatto apprezzare il primo libro di
questa saga. È vero che alcuni personaggi, come Isabelle e Simon hanno poco
risalto, ma alla fine è una saga e molto probabilmente avranno più spazio nei
prossimi libri. Lettura caldamente consigliata.
Curiosità
A chi potesse interessare e ancora non lo sapesse, da questo primo libro è stato già tratto un film ... questo è il cast. per altre informazioni potete visitare il sito di Wikipedia, alla voce Città di Ossa.