martedì 26 agosto 2014

Una coppia perfetta - I racconti di Hap e Leonard

Inizio: 11 luglio 2014
Fine: 26 agosto 2014

Premessa: le avventure di Hap Collins e Leonard Pine non cominciano con questo libro, lo dico per chi volesse leggerle dall’inizio, come Lansdale le ha scritte. Come io mi sia imbattuta in questo libro e perché l’abbia letto, invece, potete scoprirlo leggendo qui.

Hap e Leonard sono davvero una bella coppia, due detective che non ti aspetti, che peggio assortiti di così non si potrebbe davvero.  La coppia perfetta. Uno (Hap) bianco, calmo, con un debole per le belle donne, una mira perfetta e una splendida rossa di nome Brett al suo fianco; l’altro (Leo) nero, omosessuale, nervoso (molto nervoso), con metodi spicci e poco amichevoli, soprattutto se ha finito i suoi wafer alla vaniglia. Questo libricino di poco meno di duecento pagine contiene tre racconti: le Iene, Veil in vista e Una mira perfetta. Sono spassosi, niente da dire, anche se non sono esattamente il mio genere. Il noir non mi appassiona particolarmente: atmosfere urbane e suburbane, sempre in viaggio nella criminalità al limite della legalità, vocabolario colorito (consono all’ambiente), pistole e droga, rappresentano un mondo fumoso che mi disorienta e non mi fa godere appieno della lettura. In fin dei conti, però, il mio giudizio è positivo: si fa leggere, scorre veloce, in alcune parti è anche divertente, quindi forse (e dico forse) leggerò qualche loro altra avventura. Non voglio recensire questi tre racconti, sono talmente brevi che diventerebbe assurdo, ma voglio darvi un’idea di quello cui vi troverete di fronte.

Le Iene si apre con Leo, circondato dalla polizia, che ha fatto a botte con dei tizi: uno è addirittura rimasto incastrato nella parete di compensato del bar, dopo che Pine gliel’ha fatta sfondare con la testa. Leo non ha gradito che gli avessero dato della “checca”, dopo che ci aveva spassionatamente provato con uno dei tre. Kelly Smith (quello volato oltre il bancone) però, chiarito tutto al commissariato, decide di assumere Hap e Leonard perché è convinto che il fratello, Donny, si sia cacciando in guai seri. Roba da matti, ore prima si menano e poi eccolo lì, fresco fresco a chiedere la collaborazione di quello al quale voleva dare una lezione. Eppure nel suo racconto e nella sua preoccupazione non c’è traccia di farsa o menzogna: il fratellino è davvero nei guai e bisognerà dissuaderlo con metodi efficaci (non necessariamente ortodossi).  

Veil in vista è il più corto dei tre racconti, ma sicuramente il più spassoso. Vista la non convenzionalità delle indagini di Hap e Leonard, vista la loro tendenza a risolvere le cose senza porsi troppe domande sulle conseguenze delle loro azioni, sempre spalleggiandosi a vicenda senza farsi mancare appoggio e solidarietà, vista la natura dei loro interventi e il tipo di clientela che si rivolge a loro, non è così raro che finiscano nei guai. Di solito se la cavano abbastanza bene, uscendo puliti e freschi come panni bianchi appena lavati, ma alcune volte vanno talmente oltre che è quasi impossibile cavarli dai guai. A meno che non ci si metta uno come Veil a difenderti in tribunale.

Una mira perfetta salva il fondoschiena ai due detective proprio quando oramai sembra tutto perduto, e la mira in questione è quella di Hap, proverbiale come il suo amore per le donne (e per Brett). Pine e Collins vengono ingaggiati per dissuadere l’ex marito di Sharon Devon dal molestarla, perseguitandola e intimidendola. Henry non sembra darsi pace che la moglie abbia deciso di levare le tende e mollarlo. E tanto per chiarire il dissenso ha picchiato un amico di lei. Ai due detective Mrs Devon e  il suo avvocato (ed ex marito, pure lui) Givens, piacciono poco. La storia nel complesso sembra reggere, ma è meglio fare qualche indagine in più, giusto per essere certi che le cose stiano effettivamente così. Così, mentre Leo passa le sue giornate insieme a Sharon per proteggerla dentro casa, Hap si mette sulle tracce di Henry per farsi un’idea dell’uomo e vedere come intercettarlo prima che compia la prossima mossa. Durante un appostamento davanti a casa di Henry però, Hap sente chiaramente un colpo di pistola e, una volta entrato, trova il cadavere dell’uomo. Esattamente mentre arriva la polizia a sirene spiegate (chi l’ha chiamata?). Qualcuno sta cercando di incastrare Hap, ma Leo conferma che Sharon non si è mossa di casa. Sharon, da parte sua, denuncia i due detective incolpandoli dell’omicidio dell’ex marito. La strada che porta alla verità è abbastanza contorta ed insidiosa, ma se non fosse così, Hap e Leonard non si divertirebbero tanto a fare il lavoro che fanno.


Ho scoperto che questo autore si è cimentato in molti generi (compreso l’horror) ed è considerato l’unico vero scrittore pulp oggi esistente. Il mio incontro con Lansdale è stato casuale ed involontario ed è andato decisamente bene, considerato che non sono una fan del noir. Vi consiglio questo libro, vi consiglio le avventure di Hap e Leonard in generale. Nella mia testa hanno preso forma di un telefilm degli anni ottanta…

lunedì 25 agosto 2014

Le Vendicatrici #2 - Eva

Inizio: 25 agosto 2014
Fine: 25 agosto 2014

Decidi di inframezzare le letture da comodino con un libro di Carlotto… finisce che lo leggi in mezza giornata. No comment.
Bello questo secondo capitolo della saga, decisamente all’altezza del primo! Leggendolo mi sono resa conto che le storie sono consecutive e non concomitanti. Credevo, erroneamente, che i quattro romanzi raccontassero la stessa storia nello stesso momento, ma da quattro punti diversi e partendo dalle quattro realtà diverse delle protagoniste. Invece, cambia la protagonista, ma la storia continua.

Eva d’Angelo. Quarant’anni di donna portati egregiamente, bella, intelligente e per via della sua parlata bonaria e tipicamente romana, decisamente simpatica. Un unico difetto: il marito Renzo. Già, perché oltre ad essere un giocatore ormai malato, quel cafone l’ha anche tradita scappando con una commessa ventenne, lasciando Eva in mano agli strozzini. Tanto indebitato, che alla moglie quasi costa la profumeria che dirige da anni con molto amore e competenza. Ksenia, Luz e Sara però, l’anno convinta a chiudere definitivamente con Renzo ed hanno salvato sia Eva che la profumeria, tanto che le prime due ne sono addirittura diventate socie e commesse. O almeno così credono loro. Eva in realtà non ha mai dimenticato l’uomo che per molti anni l’ha resa una donna felice, appagata ed orgogliosa. Lo ama, lo ama molto ed anche se ha accettato che Renzo è un debole e un poveretto, quei ricordi la assillano al punto tale da aver rifiutato sistematicamente qualsiasi avances da parte di altri uomini. Ma il divorzio no, quello no, a quello Eva non vuole nemmeno pensare. Così quando Renzo riappare a Roma, lei non riesce a resistergli; le fa credere di aver smesso di giocare da mesi, di essersi trovato un lavoro onesto e di essere pentito di averla tradita e messa nei guai. I due ricominciano a frequentarsi, ritrovando lo slancio di tanti anni di matrimonio, di nascosto. Eva non ce la fa a parlarne alle sue amiche, sa che Ksenia e Luz non capirebbero. Il trucchetto riesce, fino a quando Eva non viene brutalmente aggredita da Melody Mascherano ed altre donne del suo clan, che le intimano di stare alla larga da Renzo, l’uomo di Melody. Eva, ferita e sotto shock chiede spiegazioni al marito (che mente) e conforto alle amiche, vuotando il sacco. I guai sono decisamente seri: il clan dei Mascherano, capeggiato da Zio Serse, è gente che non scherza, dedita perlopiù allo spaccio, al riciclaggio di denaro e all’usura. Dopo essersela spassata con Melody, Renzo ha sottratto del denaro e fatto una soffiata che è costata la vita ad un ragazzo del clan ed ora, i Mascherano, lo vogliono. Deve nascondersi. Ma tutto a questo Melody non importa, lei sa solo che lo ama e non ha preso di buon grado il fatto che Renzo sia tornato dalla moglie. Eva, comprende fin troppo bene lo stato di cecità nel quale è sprofondata Melody e decide di saldare personalmente i debiti del marito (unica cosa che Renzo le ha confessato) recandosi dai Mascherano, pedinata dal commissario di polizia Mattioli a sua insaputa. Ksenia e Luz si offrono di aiutare Renzo, a patto che evapori, sparisca, se ne vada per sempre dalla vita di Eva (e dalla loro). Dopo avere trovato inizialmente asilo da Sara (che è solo l’ombra di ciò che era) Renzo viene cacciato e lasciato a se stesso. Preludio di guai ancora peggiori. Nessuna di loro è preparata a ciò che sta per succedere. Ksenia, preoccupata per le condizioni di declino in cui versa Sara la porta a casa di Angelica Simmi e la fa curare da Felix, il dolcissimo badante cubano settantenne che amorevolmente cura Angelica. Sara oppone resistenza a tutto, quantomeno inizialmente, ma poi si lascia conquistare da Lourdes (la figlia di Luz) e comincia ad aprirsi fino ad arrivare a confessare tutta la sua vita ad Angelica, a considerare quella casa la sua casa, ricominciando ad allenarsi duramente con Ksenia e a tornare ciò che era… appena in tempo, perché ora Renzo è stato ucciso, Melody rischia un futuro per certi versi peggiore ed Eva è decisa a non permettere che i colpevoli di tanto dolore restino impuniti. Serse sta preparando la festa di fidanzamento tra Melody e il giovane Christian, che oltre ad essere l’esecutore dell’omicidio di Renzo ha anche abusato di Melody per chiarire la gerarchia e la sua posizione di proprietario. Nonostante questo, non c’è verso di fare collaborare la ragazza con Mattioli, non per il verso buono quantomeno; l’unica che riesce a farsi ascoltare dalla biondina ribelle è Sara. Già, Sara la vendicatrice, con i suoi metodi poco ortodossi e l’odio che la fa da padrona. Ma giustizia e vendetta sono due cose molto diverse. Quando poi ci sono in mezzo interessi e tornaconti, la questione si complica ancora di più…


Decisamente colpita da questo secondo capitolo. Mi è piaciuto tanto quanto il primo. Non è scontato, non è ripetitivo, anzi, sembra che Videtta e Carlotto indaghino ogni volta in un ambiente diverso, mettendo in luce i vari ambienti criminali della Roma in cui si muovono le protagoniste. Mi piacciono i riferimenti musicali ed anche quelli letterari contemporanei… è davvero molto attuale. Ovviamente adesso c’è Sara che mi guarda dalla libreria, ma ho bisogno di distaccarmi un attimo, questi libri sono boccate d’ossigeno e non sono infiniti (sono solo quattro!!!).. vanno centellinati!!

domenica 24 agosto 2014

Open

Inizio: 1 luglio 2014
Fine: 22 agosto 2014
Ho sempre avuto un amore sconsiderato per il tennis. Lo seguo tutt’ora. Lo seguo meglio da Rafa Nadal in poi, non per lui, per un caso, per la possibilità di vedere i match in tv. Ma è uno sport che amo da sempre e da sempre guardo da lontano.
A sette anni ho cominciato a guardare i miei amici prendere lezioni e giocare. Andavo ogni giorno assieme a loro, li aspettavo, li vedevo correre, ridere e sudare, affannarsi avanti e indietro sulla terra rossa. Ricordo perfino il nome dell’istruttore. Io non ho mai potuto unirmi a loro: quando avevo dieci anni, il tennis non era uno sport alla portata di tutti. Costava parecchio, per dirla in breve. Se esistesse o no la tv a pagamento, io non lo ricordo; ricordo solo che i primi nomi di tennisti li ho imparati molto dopo, prima sui videogiochi nelle sale (a tredici anni) e poi guardando il Roland Garros su France 2 (ed ero già una sedicenne) fissandomi su questo benedetto russo che rispondeva al nome di Yevgeny Kafelnikov. Senza un perché, mi piaceva. Punto. A dieci anni, di Agassi (che per anni ho creduto un francese, poiché molti pronunciavano il suo nome con le sillabe finali accentate), conoscevo solo il nome, non lo avevo mai visto giocare e credo di averlo intravisto raramente in qualche foto. Era un nome per me, nulla più. Quando lui ventiduenne vinceva il suo primo Wimbledon, nel 1992, io avevo giusto giusto quell’età. Mentirei quindi se dicessi di ricordare partite, date, momenti. No. Ricordo i nomi: Agassi, Sampras, Becker, Borg, Graff, Courier, Kafelnikov, Moya, Henman, etc… Ma di Agassi sapevo una cosa: c’era chi lo amava e c’era chi lo detestava. Ed era molto più facile incontrare chi non lo digeriva. I miei ricordi hanno in qualche cassetto Andre vestito di rosa, come un ciclista, Andre con i capelli lunghi biondi, Andre con un orecchino a cerchio al lobo. Nulla di più, immagini libere come cani sciolti. Mai avuto un’opinione a riguardo, mai avuto interesse verso questo atleta. Ricordo solo che il suo cognome era spesso associato alla parola scandalo. Cerco di ricordare se nel ’97 (io avevo 15 anni, lui 27) posso avere avuto sottomano qualche foto del suo matrimonio… ma dubito, dato che, onestamente, Brooke Shields non ho la vaga idea di chi sia nemmeno ora, a trent’anni. Eppure quando ho visto questo libro, “Open”, nella vetrina della Giunti io non ho potuto non fermarmi a guardarlo. Il suo viso, in copertina, con gli occhi lucidi. E la prima cosa che ho pensato è stata: chissà perché lo detestavano tanto. Volevo leggere la vita di questo ragazzo che nei miei ricordi era circondato da critiche e osanna, a seconda del momento. Ho guardato questo libro per quasi tre anni. Era sempre la stessa storia: prendevo il libro in mano, lo guardavo fisso, accarezzavo la copertina come se potessi accarezzare lui, lo giravo a pancia in giù e lo mettevo giù. Dietro quell’espressione c’era il dolore, lo percepivo bene, il dolore di un bambino, non di un adulto. Mettere giù il libro era come dire “non voglio sapere” e mi costringevo a rimetterlo sullo scaffale al contrario, mi dava noia che lui mi fissasse. Poi un giorno i suoi occhi hanno luccicato un po’ di più ed io ho detto “ok, Andre, conosciamoci”. Il risultato? Io amo quest’uomo. Onestamente non so, se avessi avuto più conoscenza del mondo del tennis da ragazzina, cosa mi avrebbe ispirato la sua immagine allora. Forse lo avrei detestato, forse invece mi sarebbe risultato simpatico; sicuramente esteticamente non mi avrebbe per nulla affascinato, ma io ho un debole per gli anticonvenzionali, quindi in qualche modo credo mi sarebbe piaciuto. Mi sarebbe piaciuta la sua immagine ribelle, che era l’unica cosa di lui che potesse arrivare, perché il resto era dato solo a pochi eletti. Come biasimarlo. Dopo avere letto questo libro e avere conosciuto Andre Agassi uomo… capirete.
Non si può recensire un’autobiografia, non ha senso ed è irrispettoso. Perciò vi voglio giusto dare qualche spunto per invogliarvi a leggere quello che io considero uno dei libri più belli che io abbia mai letto nella vita. Dovete leggerlo perché Andre non è un bambino come tutti: ha un padre che gli mette una racchetta nella culla (letteralmente), che lo obbliga a giocare fino a stare male (letteralmente) e arriva a spedirlo da solo, ancora bambino, dall’altra parte degli Stati Uniti (da Las Vegas a Miami) per farlo allenare alla Bollettieri Academy. Dopo avere fallito con gli altri tre figli Mike Agassi esige che il piccolo Andre eccella. Lui ha già grandi cose in mente. Poco importa quello che pensa Andre, che nel frattempo fa di tutto per farsi espellere e rimandare a casa. Si tinge i capelli di rosa, si fa la cresta da moicano, si veste in modi assurdi, beve, fuma, si riempie di orecchini strani e vistosi… tutto per infrangere la rigorosissima etichetta del tennista. Ma niente da fare: è talmente bravo che Nick Bollettieri non lo molla nemmeno dopo tutto questo gran casino. Agassi è un fuoriclasse e lui non se lo vuole perdere. L’adolescenza passerà. Peccato che la condizione di Andre non è passeggera, lui il tennis lo odia, lo detesta eppure non può dire a suo padre “non voglio farlo”, soprattutto dopo che Mike Agassi ha investito i risparmi di una vita sul figlio. Accanto ad Andre, fortunatamente c’è il fratello, Philly (esperimento fallito del padre) e Perry, l’amico. Col tempo si aggiungeranno Gil, il preparatore atletico (guru e amico), Brad, il coach che non ti aspetti, Brooke e poi lei, anni dopo, Steffi. Poche sono le persone che girano attorno a questo grande uomo, pochissime. Solo loro conoscono la vera essenza di Agassi quando comincia a vincere e i giornalisti lo massacrano, quando perde e lo massacrano, quando dice una banalissima frase per uno spot e la stampa lo mette in croce. Nessuno ci va leggero con Andre Agassi e lui, troppo sensibile e arroccato dentro se stesso, non li invoglia sicuramente. Mentre i ragazzini di un’intera generazione si vestono e si acconciano come lui, lui sta ancora cercando se stesso, tra un pantaloncino fucsia e un parrucchino in testa. Gli altri imitano ciò che nemmeno lui sa di essere e questa cosa lo stranisce e lo diverte. Ma allo stesso tempo, lo fa sentire responsabile. Cosa si aspetta la gente da lui? Lo stesso che si aspetta suo padre? Perché non capiscono che lui vorrebbe essere altro, fare altro, che odia il tennis e questa vita sregolata, sbattuto da un angolo all’altro del mondo, costantemente ossessionato dalla vittoria, tanto da essere in vantaggio, farsi venire l’ansia da vittoria e perdere, spesso e volentieri. Contro Becker, contro Sampras e contro Courier… questo benedetto Courier che proprio ce l’ha con lui personalmente. E gli anni passano: Andre vince, stravince, perde, straperde, sprofonda; sprofonda lui, la sua voglia di vivere, il suo matrimonio con Brooke, sprofonda a tal punto che riesce ad intaccare perfino la forza di volontà di Brad. Nessuno riesce a sconfiggere i demoni di Andre. Ma poi, come tutti, quando si tocca il fondo, ci si rialza, in qualche modo, e ci si rialza meglio se c’è un motivo per cui farlo. Fare del bene al prossimo: ecco la chiave. Fare qualcosa per gli altri. Sentire la gratitudine vera di coloro ai quali abbiamo prestato aiuto. Agassi cambia pelle per l’ultima volta e finalmente rinasce come atleta ma soprattutto nasce per la prima volta come uomo felice, che sa bene in che direzione andare, costi quel che costi. E ci andrà, fino alla fine. Ventisette anni di onorata carriera (e lui ne ha 44) e un palmares che fa spavento. Ci sta ancora andando, in quella direzione, mano nella mano con Steffi, perché l’amore, quando è vero trova sempre il modo di farsi strada.
Leggete questo libro. Leggete di quest’uomo. Leggetelo se non lo conoscete, ma soprattutto se lo avete conosciuto come grande tennista. Andate a guardare la sua vita da dentro, mettetevi nei suoi panni, provate la sua sofferenza e cambiate pelle. Io ho cambiato la mia dopo questo libro.
Thank you Mr Agassi for your lesson.

martedì 19 agosto 2014

La mossa del Cartomante

Inizio: 10 agosto 2014
Fine: 18 agosto 2014

Simpatico questo Marzio Santoni. E bravo Matteucci, mi sei proprio piaciuto!
Inverno, a Valdiluce, paese di montagna quasi sul confine. La serenità di questo paesino, che si prepara ad ospitare la Coppa del Mondo di sci, viene interrotta dalla morte di Marietta Lack, sarta e “intrattenitrice” degli uomini del paese, bruciata insieme a tutta la sua villetta. Marzio Santoni capisce che qualcosa di tremendo sta per capitare quando vede il falco Trogolo, con la sua catena alla zampa, girare mestamente nel cielo; non passano nemmeno cinque minuti e Marzio si accorge prima dell’odore acre e poi del fumo in lontananza: qualcosa sta bruciando. Avvisati i maestri di sci, i pompieri ed il giovane collega Kristal Beretta, decide di intervenire gettandosi nel bel mezzo dell’incendio; per Marietta però, non c’è già più nulla da fare e quasi Marzio stesso soffoca nell’incendio. Prima di perdere i sensi nel giardino riesce a raccogliere qualche indizio, olfattivo… si perché Lupo Bianco (come lo chiamano) è un detective ed è anche bravo. Trasferito dalla città a Valdiluce per sua volontà (per nostalgia della natura), negato per la tecnologia è invece un registratore vivente di odori, qualsiasi essi siano, Lupo li riconosce e li avverte a distanza, come un segugio. Che Marietta bevesse lo sapeva tutto il paese e non era certo un mistero che, dopo una certa ora, fosse sempre completamente sbronza. Niente di più facile che si sia addormentata fumando o che qualche sbadataggine abbia fatto appiccare il fuoco. Un incidente, una fatalità, anzi, in qualche modo, una tragedia annunciata. Eppure troppe cose non tornano: Marzio scopre che Marietta aveva un riscaldamento elettrico (perfettamente funzionante), che non necessitava di camino o braci accese (che invece sono presenti) e, cosa ancora più misteriosa, Marietta era nuda, lei che nemmeno in 20 anni di matrimonio s’era mai svestita completamente davanti al marito Marco Benedetti. Che avesse dei reumatismi forti e dolorosi lo conferma anche il dottor Franzelli, medico del paese e all'occorrenza medico legale. Figuriamoci se andava a dormire nuda! Impossibile. Nemmeno con “il prete” nel letto sarebbe andata a letto nuda. Per non parlare dell’armadio pieno zeppo di abiti, maschere e cappelli bellissimi, preziosi, tanto da tenerli sotto lucchetto.  Ma la gente del paese non sembra collaborare: le chiacchiere sono chiacchiere, ma non si fa gossip con un ispettore. Per fortuna che Speroni (il capo della polizia) ha già troppi problemi per impedire a Marzio di verificare che effettivamente non si tratti di omicidio. Alla fine tutti hanno visto volare il falco Trogolo, si sa che porta male, annuncia qualcosa di funesto a Valdiluce. Perfino il nuovo prete Don Angelo è convinto che Satana aleggi nel paese … sotto forma di un cartomante, che da tempo, anche Marietta consultava. Inoltre nella sua cantina è stata trovata una strana valigia contenente, tra le cose più strampalate, strane ampolle, rametti d’ulivo ed anche un mazzo di tarocchi (dal quale manca la carta dell’appeso). Che sia del misterioso cartomante? Magari fuggito in tutta fretta? Santoni scopre che è stato ospite alla Padella Nera di Alina Bellini, ma la donna ammette di averlo ospitato senza chiedergli documenti (in cambio dei suoi servizi esoterici). Tutti in paese conoscono quest’uomo, ma nessuno vuole aiutare Lupo Bianco. Regna una certa omertà, perfino l’amico Fidelio si rifiuta di raccontare troppo. Qualche notizia in più si riesce a strappare al Dogana, al secolo Paride Berti, benzinaio, ma mica troppo, nemmeno lui vuole inguaiarsi con la polizia. Il cartomante è noto a molti, ma tutti negano di sapere il suo nome. Sergio Raboni, però, lo conosce anche la giustizia: le sue impronte digitali rivelano che è già stato condannato per stupro. Finalmente una pista, buona, a giudicare dalle minacce che arrivano a Marzio. Le indagini devono proseguire, nonostante la Coppa de Mondo di Sci. Ma proprio la sera dei festeggiamenti, torna a volare sulla pista il falco Trogolo… nemmeno a dirlo, la mattina dopo viene rinvenuto il cadavere di una giovane donna, Liv Zarcos. Nientepopodimeno che la fidanzata (o presunta tale) di Raboni….


Ovviamente è un giallo, della raccolta Giallo Italia Newton Compton, quindi non è che io possa raccontarvi troppo. Se devo essere onesta fino in fondo ho apprezzato questo libro, più per il racconto alla Nadia Morbelli che per il giallo in sé. Non che sia male, tutt'altro, ma quello che colpisce sono le dinamiche di Valdiluce che, chiunque sia nato e cresciuto in paese, non può non riconoscere come tipiche. Partendo dal fatto che i paesani hanno dei soprannomi, che li contraddistinguono nei loro atteggiamenti (quasi fossimo una comedy of manners), passando per la capacità dei singoli abitanti di essere telegiornali e scoop finder a cielo aperto. Perfino nell'innato paradosso di "sputtanarsi" e coprirsi a vicenda... Sono dinamiche che ora bisogna andare a cercare bene, in quei paesini che non hanno subito l'immigrazione dei "cittadini in cerca di verde", ma che una volta erano la norma. Ripeto, non aspettatevi il giallo capolavoro alla Nesbo, ma soffermatevi un po' a curiosare tra i cittadini di Valdiluce, a spiare i loro segreti ed interpretare i loro segnali. Fatevi guidare da questo detective non convenzionale, con una storia tutta sua, all'interno della trama del libro. E tenete conto che questo è il secondo libro che ha per protagonista Marzio Santoni, ne esiste un primo (che ho già ordinato)... "il suicidio perfetto".

domenica 13 aprile 2014

Città di vetro - Shadowhunters #3

Inizio: 3 aprile 2014
Fine: 7 aprile 2014

Allora ditelo, che la Clare da dipendenza. Ditelo, che sia chiaro e facciamola finita. Magia. Pura e semplice magia. Non nel senso della Rowling, nel senso che questa donna mi rapisce e mi trasporta nel suo mondo come per magia. E non c’è verso di tornare indietro. Quello degli Shadowhunters è un mondo a sé, che ha molto di simile ad altri romanzi fantasy, ma allo stesso tempo rappresenta qualcosa di unico, di originale e non visto prima. Gran parte del merito va al modo di scrivere di Cassandra Clare, estremamente scorrevole ed interessante, mai monotono o noioso. Qualcosina è prevedibile, ma porta con sé sempre qualcos’altro di imprevedibile che arricchisce il racconto e sfama la curiosità del lettore. E va bè, dieci e lode. Chiuso questo terzo libro della saga ho dovuto, o meglio, mi sono imposta di leggere altro, se no, nel giro di due settimane finisco la saga.. e poi?! No no, Elena resta ferma un giro.

Imogen si è sacrificata all’ultimo per salvare Jace e Clary, sulla nave di Valentine, ha scoperto di poter scrivere rune che nessuno conosce. La spada e la coppa sono già nelle mani di Morgenstern, manca solo lo specchio ed Idris è in allarme. La battaglia è alle porte.

I Lightwood sono pronti a partire, grazie al portale aperto da Magnus Bane. Clary è stata ingannata da Jace, che vuole che la sorella resti a New York al sicuro dal Conclave, arrivando perfino a coinvolgere Simon. Ma, al momento della partenza, qualcosa va storto, l’Istituto viene attaccato e Jace trascina Simon ad Idris con tutti gli altri. I nascosti non avrebbero il permesso di entrare ad Alicante senza autorizzazione, ma non c’è alternativa. Idris e Alicante per adesso sono i posti più sicuri, prtetti dalle torri antidemoni. Ospitati dai Penhallow, i Lightwood convivono con Aline e Sebastian in attesa che il Conclave decida cosa fare sia nei confronti di Valentine, sia nei confronti di Simon. Con somma sorpresa dei ragazzi, al Diurno è concesso di ritornare a New York, visto che Magnus si è prestato a riaprire il portale per attenderlo ed Alec, anche se con riluttanza, consegna Simon al nuovo Inquisitore, Aldertree. Clary, giunta con Luke all’Istituto nel pomeriggio, convinta che sia quella l’ora della partenza, scopre che qualcosa è andato storto, che sono già tutti partiti. Ma lei non può rinunciare, Madeline le ha detto che solo Ragnor Fell può guarire sua madre e Clarissa è disposta a tutto pur di trovarlo. Decide di aprire un portale e trascina Luke con sé, atterrando nelle gelide acque del Lago Lyn; Clary ha bevuto la mortale acqua del lago e Luke la trascina da Amatis Herondale giusto in tempo per guarirla, infrangendo il divieto di entrare ad Alicante, che pende anche sui Lupi Mannari. Con sorpresa di tutti, Clary si presenta a casa dei Penhallow, dove l’unico sorriso che trova è quello di Max, il piccolo Lightwood. Jace infuriato, la caccia, facendole promettere seduta stante che tornerà a New York così com’è arrivata ad Idris. Solo Sebastian sembra comprendere le sue ragione e si offre di riaccompagnarla da Amatis. Alec e Jace hanno scoperto nel frattempo che Magnus non ha mai saputo di dover attendere Simon e intuiscono che il ragazzo è stato fatto prigioniero nelle carceri della Guardia. Effettivamente Simon, ingannato dall’Inquisitore, è rinchiuso in una cella e ad intervalli regolari viene portato al cospetto di Aldertree che pretende da lui una falsa testimonianza che salverebbe Alicante, ma distruggerebbe i Lightwood. Il ragazzo stoicamente resiste tra l’andirivieni di Jace (che lo ha trovato) e le chiacchiere con un misterioso vicio di cella, di nome Samuel. Clary, ritrovatasi sola, si appoggia a Sebastian, l’unico volontario disponibile a portarla da Ragnor Fell; la ragazza scopre però che Ragnor è morto ed al suo posto trova Magnus, accorso per aiutare l’amico. Clary dovrà ritrovare il Libro Bianco, nascosto nella tenuta dei Wayland. Sebastian (ignaro di tutto) porta invece la ragazza nella vecchia casa dei Morgenstern, riuscendo a strapparle un bacio. Qualcosa però non va, Clary si ritrae. Sebastian le rivela che Simon non è a new York, ma prigioniero alla Guardia. In allarme, la ragazza, chiede di essere riportata da Amatis. Qui trova Jace, al quale racconta ogni cosa, supplicandolo infine di accompagnarlo alla tenuta dei Wayland per recuperare il Libro Bianco. I due fratelli sono preparati al peggio, ma di certo non a quello che vedranno nella vecchia cantina, un segreto troppo grosso e troppo pesante per Jace, che cede, prima all’amore e poi alla frustrazione. Sulla strada del ritorno si rendono conto che Alicante brucia, la città è stata invasa dai demoni, le torri sono state disattivate, Valentine ha cominciato la battaglia. I cacciatori si riversano nelle strade per arginare l’invasione, sgomenti e impotenti davanti all’orrore scatenato da Valentine. Alec cerca di fare del suo meglio e lascia Isabelle e Max con Sebastian, un errore che pagherà caro. Il Conclave è riunito quando Morgenstern fa la sua comparsa per proporre la resa ad Alicante, diversamente sarà guerra. In attesa che il Conclave si decida, accettando la proposta di Valentine o alleandosi con i Nascosti per resistere, Alec, Jace e Clary corrono a liberare Simon e Samuel (che scopriranno essere una vecchia conoscenza). Poche parole cruciali, strappate prima che l’uomo venga ucciso all’improvviso da Sebastian, rivelatosi come una spia di Valentine. Ancora non sanno che Sebastian ha già fatto un’altra vittima. Un’ultima notte, prima che Jace si getti all’inseguimento di Sebastian. Un’ultima notte, prima che Jocelyn rimetta piede ad Alicante, guarita da Magnus Bane e porti con sé una tremenda verità, devastante, inaspettata, bella quanto terrificante. Un’ultima notte per Simon ed Isabelle. Un’ultima notte per Alec. Per Magnus. Forse l’ultima notte per Idris, che ha deciso di resistere, grazie al potere di Clary, quello di creare nuove rune. Grazie alla runa dell’Alleanza che lega ogni cacciatore ad un nascosto, Clary permetterà ad entrambi di avere l’uno i poteri dell’altro. Un patto che costerà molto caro a Simon, marchiato con il Marchio di Caino, per portare in guerra anche i Figli della Notte. Valentine ha trovato lo specchio ed ora, con gli strumenti mortali può mettere in atto il suo piano. Evocare l’Angelo Raziel, trasformare i cacciatori in dimenticati e uccidere tutti per creare un nuovo mondo. Ma non ha fatto i conti con il bambino cresciuto col sangue dell’Angelo, che si trova di fronte quello cresciuto con il sangue di Demone.


Fermati Elena fermati. Ah, quanto mi è costata questa recensione. Quanto vi ho detto, ma quanto vi ho omesso! Ragazzi questo terzo volume è davvero un colpo di scena dietro l’altro. Mozzafiato. Travolgente. Incredibile. Non so proprio dove Cassandra abbia preso tutti questi assi nella manica che sfrecciano alla velocità della luce pagina dopo pagina. Davvero, nuovamente, mi inchino a quello che questa donna è riuscita a costruire!!! 

giovedì 3 aprile 2014

Città di cenere - Shadowhunters #2

Inizio: 31 marzo 2014
Fine: 3 aprile 2014

Secondo round, knock out. Mi arrendo definitivamente a questa donna. Terminato il primo libro della saga, ho dovuto divorare anche il secondo. Non ce n’è, finché non giro l’ultima pagina, non riesco a staccare gli occhi dalle pagine. Continuo a considerare questa saga una vera e propria rivelazione, che si fa di capitolo in capitolo sempre più sorprendente. Come sospettavo, in questo secondo libro si è dato rilievo ad altri personaggi, come Luke e Simon, senza togliere troppo agli altri. Con Alec l’autrice sta facendo un sottile gioco di vedo non vedo, lui è sicuramente il personaggio che si descrive da sé, con sguardi, mezze frasi, movimenti. Senza troppo spazio né grandi parole. Alec va guardato più che letto. L’autrice ha dato sfoggio, con questo personaggio e tutto ciò che lo caratterizza, di una sensibilità pazzesca. Cassandra, applausi per te.

Clary ha dovuto scoprire e digerire difficili verità: Jocelyn, sua madre, le ha sempre tenuto nascosto il Mondo Invisibile, ma lei ne fa parte. Il padre che credeva morto, non è mai esistito, ma suo padre, quello vero, è vivo, vegeto ed è un folle spietato di nome Valentine Morgenstern. Suo “zio” Luke è un licantropo, i suoi migliori amici Cacciatori. Come se tutto ciò non bastasse il ragazzo di cui è innamorata, è suo fratello. Jocelyn giace in ospedale, come in coma, un coma dal quale nessuno sembra poterla risvegliare, nemmeno la voce del figlio che credeva morto da anni. Valentine si è impossessato della Coppa Mortale, ma per fortuna non ha convinto Jace a schierarsi dalla sua parte. Eppure questo non è bastato ai Lightwood, che, rientrati all'Istituto come nuovi tutori, hanno deciso che il ragazzo è da considerare pericoloso. Per provare la sua innocenza si offre volontario al rito della Spada dell’Anima davanti all'inquisitrice Imogen (che lo ritiene una spia del padre) e a tutto il Conclave, ma fino ad allora dovrà rimanere rinchiuso nelle carceri della Città delle Ossa, guardato a vista dai Fratelli Silenti. Mentre Clary cerca di distrarsi avvicinandosi a Simon, qualcosa irrompe nella città Silente uccidendo tutti i Fratelli. Saputo che il fratello si trova nelle carceri, ignara di quanto accaduto, Clary si precipita con Alec ed Isabelle per liberarlo trovando la città devastata ed il fratello ridotto ad un ombra spaurita. Come se non bastasse è accorso anche tutto lo schieramento di Cacciatori cogliendo i ragazzi sul fatto. Jace viene quindi messo sotto la protezione e la custodia di Magnus Bane, il quale, grazie all'affetto che lo lega ad Alec, si rivela più un amico che un carceriere. Valentine ha un piano: trasformare la Spada (che ha sottratto nella città Silente con l’aiuto del demone Agramon) e richiamare a sé tutti i demoni per eliminare dal mondo tutti i Nascosti, creature che ritiene inferiori e dannose. Nonostante i suoi sforzi, Imogen continua a vedere in Jace una spia di Valentine e non intende dargli ascolto. I ragazzi decidono di rivolgersi alla Regina delle Fate, che li ha convocati a udienza dopo l’ennesimo omicidio di un Nascosto. L’incontro, ricco d’insidie, pone nuovamente Jace e Clary a confronto, bruscamente e dolorosamente, rendendoli incapaci di negare i propri sentimenti e costringendoli a rivelarli per salvarsi la vita. Davanti ad Alec, Isabelle e Soprattutto a Simon. Finita l’udienza, tornati in superficie, il ragazzo decide di allontanarsi, silenziosamente, alzando un muro tra sé e Clary. Simon però, erroneamente convinto di essere stato contaminato dai Vampiri, torna da solo all'hotel Dumont, dove viene attaccato e dissanguato; portato da Raphael all'Istituto in fin di vita, ai ragazzi non resta che permettergli, seppellendolo, di completare la trasformazione. Simon, il mondano, è morto. Adesso è nato un vampiro. Clary è sconvolta, si sente responsabile della sorte dell’amico, si odia a tal punto da spezzare il suo legame con Jace per punirsi. Non le resta che Luke. Almeno lui sembra darle ascolto, conforto e sicurezza. Ma lo stesso Luke viene attaccato dai demoni, dopo avere soccorso una giovane del suo branco, Maia. Magnus accorre per salvare entrambi, accompagnato da Alec. Jace, rinnegato dai Lightwood (anche se non da Isabelle, Alec e Max), maltrattato da Imogen, deluso da Clary, ha deciso di rivedere il padre e si reca dov'è sicuro di trovarlo, per rientrare a casa di Luke solo la mattina seguente. L’inquisitrice, lo scopre e rinchiude Jace in una gabbia magica decisa a scambiarlo con gli Strumenti Mortali. Valentine non potrà non accettare lo scambio, diversamente Jace morirà. L’amore di un genitore non può permettere questo ed Imogen conta di poter battere Valentine contando su questi sentimenti. Scoprirà ben presto, che Valentine non è come lei si aspetta e pagherà caro l’errore di averlo sottovalutato.

Mio malgrado sono una chiacchierona, adesso mi fermo. Questa saga ti trasporta come in un vortice, ed anche raccontarla non è semplice. Non è semplice interrompersi, omettere, saltare avanti cercando di non spoilerare tutto. Mea culpa. Mea maxima culpa. Credetemi, i colpi di scena sono molti e solamente pochi di essi sono, in qualche modo prevedibili; mano a mano che la storia avanza l’intreccio si fa sempre più complesso, senza che il lettore se ne renda conto. La Clare è molto brava ad intessere la trama facendo sentire il lettore e a proprio agio, sempre dentro la storia con i personaggi, condividendo le informazioni che arrivano una volta da Alec, altre da Luke, altre da Imogen. In questo modo, il colpo di scena è inaspettato, come lo è per i personaggi del libro… insomma sembra di essere lì.


lunedì 31 marzo 2014

Città di ossa - Shadowhunters #1

Inizio: 28 marzo 2014
Fine: 31 marzo 2014

Sia chiaro, per me esistono: i Signori del Fantasy (Tolkien e Jordan), la Signora della Magia (Rowling), il Signore degli Orchi (Nicholls) e il Signore degli Dei (Riordan). C’è anche un posticino tutto speciale per Suzanne Collins, che però non saprei come chiamare, forse la cosa più scontata è la Signora degli Hunger Games. Chiarito questo punto (sul quale non transigo) mi sono trovata davanti Shadowhunters. Ora, nulla di eccezionalmente nuovo, gente come Nascosti e Dimenticati ne sono pieni i fantasy. Siamo passati dai Nazgul di Tolkien ai Dissennatori di Harry Potter, per giungere ai Dimenticati di Clare. Insomma declinazioni del male o delle conseguenze del male. Di incantesimi e magie per nascondere ai babbani, ai mezzosangue, ai mortali ed, ora, ai mondani, le prodezze del mondo magico e sovrannaturale, ne abbiamo a bizzeffe. Di angeli biondi con gli occhi azzurri, passando a feroci ma affascinanti incarnazioni del male (vedi Twilight – che non ho mai letto), stupende protagoniste ignare dei loro poteri, di ragazzini che scoprono di punto in bianco la loro natura magica oramai sappiamo tutto. Non c’è mondo che non sia stato esplorato e sfruttato fino all’esasperazione. Non so nemmeno io, quindi, perché mi sia accostata a questo romanzo, so solo che non ha nulla a che fare con il delirio adolescenziale causato dal film. Cacciatori d’ombre. Non so, mi piaceva il titolo, aveva qualcosa che mi attirava, senza un preciso perché. Come alle volte capita davanti a una copertina. Nemmeno ho guardato la quarta di copertina tanto per intenderci. Quindi, dopo averlo lasciato maturare un po’ sulla libreria ho deciso di prenderlo e leggerlo. Neanche a dirlo che è stato lui a provocarmi!

New York. La vita di Clary Fray scorre normalmente. Orfana di padre, vive con la madre Jocelyn e la costante presenza di Luke (considerato uno zio), dividendo il suo tempo tra la scuola, l’amore per il disegno e l’amico di sempre, Simon. Una sera però, al Pandemonium, succede qualcosa che Clary non sa spiegarsi. Vedendo un ragazzo in pericolo, aggredito in un magazzino da altri tre, decide di intervenire: questi ragazzi hanno poteri strani e sembrano inspiegabilmente invisibili agli occhi di tutti gli altri. Il ragazzo catturato viene ucciso davanti ai suoi occhi da un tizio biondo che gli altri chiamano Jace. Nonostante Clary sia certa di ciò che ha visto, sul pavimento non v’è traccia del cadavere, non c’è sangue, non c’è nulla. Ancora sottosopra per lo stano incontro, il giorno dopo, si ritrova a discutere con sua madre che, tanto per complicarle la vita, ha deciso di passare l’estate lontano da New York. Nemmeno il tempo di godersi una serata con Simon in un altro locale, che ecco di nuovo spuntare quel ragazzo biondo; Jace sta cercando lei anche se Clarissa non ne ha chiaro il motivo. Mentre cerca di avere dal ragazzo qualche informazione in più, Jocelyn riesce a contattare la figlia giusto il tempo di raccomandarle di non rientrare a casa, per nessun motivo. Clary è sicura che alla madre sia successo qualcosa di grave e si precipita a casa. Sicuramente non è pronta a quello che l’attende: una casa vuota, di Jocelyn nemmeno l’ombra è l’ingombrante presenza di un essere orrendo che senza pensarci due volte l’aggredisce. Senza sapere bene come, seppur ferita, riesce ad ucciderlo ed ecco nuovamente Jace, comparire dal nulla e portarla con sé, in quello che lui chiama Istituto. Se la sua vita in quei due giorni è stata messa a dura prova, quello che apprenderà all’interno dell’istituto gliela cambierà totalmente. Jace Wayland e i fratelli Alec e Isabelle Lightwood sono Cacciatori, di demoni per la precisione. Vivono nascosti agli occhi dei mondani (le persone comuni) protetti da svariati incantesimi e si allenano costantemente sotto l’occhio vigile di Hodge Starkweather e del gatto Church. Come se non bastasse, questi pazzi avanzano l’ipotesi che lei abbia sangue di Cacciatore nelle vene, cosa che giustificherebbe la sua capacità di vedere e la sua resistenza alle rune. Dopo avere tentato di mettersi in comunicazione con Luke (che la tratta malamente) ed aver chiamato Simon (trascinandolo nel caos della sua nuova realtà), decide di tornare a casa sua insieme a Jace. Ancora incapace di mettere assieme le informazioni ricevute, si trova davanti un’altra verità scomoda: la sua cara veggente Dorothea (che vive al piano di sotto nella stessa casa di Jocelyn e Clary) non è una semplice veggente, ma una Nascosta. Strega per parte di madre, rigorosamente adottata, sa molte più cose sul Mondo Invisibile di quante Clary potesse sospettare. Sa che sua madre era a sua volta una Nascosta e che la scelta di quella casa fu, da parte di Jocelyn, una misura di sicurezza. Fuggita da un certo Valentine, aveva rinunciato alla sua carriera di Cacciatrice per dedicarsi alla figlia, cercando di tenerla lontana e ignara del Mondo Invisibile. Per ricambiare l’aiuto ricevuto, in passato, aveva regalato a Dorothea un mazzo di carte dipinto a mano da lei stessa. Dorothea vorrebbe leggere il futuro di Clary, ma nella sua mente c’è un sigillo che impedisce alla ragazza di ricordare. Con sommo dispiacere di tutti nemmeno i Fratelli Silenti riescono a sbloccarlo: deve intervenire colui che lo ha posto, Magnus Bane, stregone supremo di Brooklyn. Come sempre accade, per risolvere un problema, se ne combina un altro. Così, mentre Clary cerca di farsi sbloccare la mente dallo stregone, senza risultato, Simon viene trasformato in un topo e successivamente sottratto da una banda di vampiri… motociclisti. Dopo avere perso sia la madre che Luke, Clarissa non può permettersi di perdere anche Simon. In una rocambolesca e disastrosa incursione all’hotel Dumont riesce a recuperare il piccolo amico (ancora sotto l’effetto dell’incantesimo, fino all’alba) non prima di avere assistito ad un sanguinoso scontro tra vampiri e licantropi. Questa volta Jace a Clary l’hanno combinata grossa e Hodge è fuori di sé dalla rabbia. Cercando di riprendersi dalle ferite, Clarissa scopre sempre più cose su sua madre, Luke e Valentine. Scopre che suo padre non è stato il primo marito di Jocelyn, ma che al contrario, lo è stato Valentine. Scopre anche che Jocelyn aveva un altro figlio, ucciso brutalmente da Valentine. Troppe verità scomode, troppe informazioni, troppe menzogne. Ma Jocelyn è stata rapita da Valentine, che non esiterà a torturarla fin quando non gli rivelerà dove ha nascosto la coppa d’oro. Adesso Clarissa non può perdere altro tempo, deve salvare sua madre. E forse sa anche come fare, perché lei sa dove si trova la Coppa. È pronta a tutto, ma non a quello che scoprirà.


Stop. Non dirò un’altra parola. Sono rimasta davvero colpita da questo libro, non per la trama in sé, perché come ho già detto vi è molto di già visto (e rivisto), quanto per i personaggi. Mi è piaciuta la scelta del personaggio di Alec, molto controcorrente, ma soprattutto la figura di Jace. Decisamente bene costruita. Talmente verosimile che mi ha ricordato una persona che conosco, Jace Wayland potrebbe tranquillamente essere lui. È un personaggio complesso e decisamente interessante, per chi ama un po’ indagare nella psicologia come me. Mi piace il linguaggio che utilizza la Clare ed il suo modo di intessere scenari e personaggi. Non è scontato. Anzi, la Clare fa scelte che potrei definire contro commerciali, è un’anticonformista, ma onestamente è proprio questo che mi ha fatto apprezzare il primo libro di questa saga. È vero che alcuni personaggi, come Isabelle e Simon hanno poco risalto, ma alla fine è una saga e molto probabilmente avranno più spazio nei prossimi libri. Lettura caldamente consigliata.


Curiosità

A chi potesse interessare e ancora non lo sapesse, da questo primo libro è stato già tratto un film ... questo è il cast. per altre informazioni potete visitare il sito di Wikipedia, alla voce Città di Ossa.


domenica 30 marzo 2014

L'isola dei monaci senza nome

Inizio: 13 dicembre 2013 
Fine: 21 gennaio 2014

Marcello Simoni. Un nome, una garanzia. Ogni tanto cerco di ricordare in che circostanza uno dei suoi libri, il primo, mi finì tra le mani, ma non c’è verso di ricordare; sarà passato si e no un anno, ma a me sembrano secoli. Perché Simoni è uno di quegli autori che ti sembra di conoscere da sempre, di avere avuto sempre in libreria e sempre sul comodino. Uno di quelli (rari) che non ti delude mai e ti entusiasma sempre. Un vecchio amico, insomma. Ha una capacità descrittiva eccezionale ed una competenza linguistico lessicale sbaragliante; le pagine dei suoi libri volano via leggere una dopo l’altra, senza sforzo. È sempre un piacere leggere i suoi libri.

1534. Toscana. Un monaco con un segreto da difendere, si ritrova un ottomano come insospettabile salvatore ed alleato, dopo che la galea sulla quale viaggiava, è stata attaccata dai turchi.

1544. Isola d’Elba. Khayr-al-Din , detto il Barbarossa, sta attaccando la costa con le sue potenti galee davanti agli occhi del giovane Cristiano. Per salvaguardarlo dall'avanzare incessante dei turchi, Cristiano viene fatto allontanare e si rifugia presso la Rocca di Volterra. Come ogni anno, il Barbarossa è tornato per riprendersi Cristiano; in realtà a volerlo sono in due, Khayr-al-Din e Sinan. Il primo vuole il segreto che Cristiano custodisce, mentre il secondo lo rivuole in quanto è suo figlio. Cristiano sa del suo passato, ricorda di avere viaggiato per mare con suo padre, di essere stato musulmano e di essersi poi convertito al cristianesimo, ma da dieci anni ormai sfugge al Barbarossa, senza sapere cosa desideri il pirata da lui. Deve la sua salvezza a Jacopo V Appiani che anche questa volta ha disposto la sua fuga al Volterraio, dove è rifugiata anche la bella Isabel de Vega, figlia dell’ambasciatore Juan de Vega. L’uomo di Carlo V d’Asburgo si trova però a Piombino assieme ad Elena Salviati, l’astuta moglie di Jacopo, mentre dell’Appiani nessuna traccia. Mentre Juan de Vega cerca di guadagnare tempo con il messaggero turco a Piombino, Nazzim, luogotenente del Barbarossa, sta già assaltando il Volterraio e Sinan, a bordo della galea, ottiene dal Barbarossa la concessione di sbarcare e cercare personalmente Cristiano prima che qualcosa vada storto. Ma Jacopo V è stato più veloce e, dopo avere gettato la maschera, sta torturando Cristiano cercando di strappargli un segreto, quello del Rex Deus, che il ragazzo continua a negare di sapere. Dopo aver messo fuori gioco Nazzim ed i suoi stessi compagni con uno stratagemma, Sinan, riesce ad intervenire prima che il figlio venga brutalmente ucciso, subendo un colpo mortale al suo posto. Prima di morire riesce a rivelare al figlio il segreto del Rex Deus e a donargli una strana chiave cilindrica oltre al nome di un monaco, che saprà indicargli il resto del percorso. Sopraffatto dai turchi Jacopo scappa lasciando Cristiano nelle mani di Margutte, un gigante albino, fedele a Sinan ed ora a lui. Nizzam, ripresosi, ha intanto rapito la giovane Isabel e sta facendo ritorno alla sua galea, colmo di rabbia. Così Cristiano riprende il suo nome musulmano, Sinan, dopo avere rinnegato la fede cristiana ed aver abbracciato nuovamente quella musulmana. Ora sa cosa Khayr-al-Din vuole da lui, ma prima del Rex Deus, Sinan deve occuparsi della vendetta: trovare Jacopo ed ucciderlo. Quel menzognero, infido, che ha sempre saputo trattenere Cristiano, conquistandosi la sua fiducia,  per usarlo al momento opportuno. A bordo della Galea di Barbarossa, Sinan incontra il battista Leone Strozzi, fiorentino, anch'egli con un conto aperto con qualcuno (Cosimo de Medici). Strozzi però è un diplomatico e viene trattato con relativo rispetto, essendo l’ambasciatore dei Francesco I di Francia. Sulla galea di Nizzam intanto Isabel ha conosciuto Margherita dei Marsili, senese, prigioniera già da un anno del temibile pirata. Margherita è una spia, per conto di Saverio Patrizi, inquisitore di Roma (nonché apparentemente collaboratore di Elena e Jacopo). Tutti sulle tracce del famigerato Rex Deus; Sinan grazie alle informazioni del padre è riuscito a rintracciare padre Tadeus, che dovrebbe aiutarlo a comprendere le ultime informazioni per avere accesso al luogo che custodisce il segreto. Ma gli uomini di Jacopo, sopraggiunti, riescono a rapire il monaco. Questo fuoriprogramma non impedisce a Sinan e Leone di impossessarsi di alcuni documenti nascosti nella torre, tra i quali il diario di Aloisius, e di gettarsi successivamente all'inseguimento di Jacopo V. Durante il viaggio i documenti vengono affidati a padre Mourand per essere tradotti accuratamente, permettendo infine di decifrare il luogo dove giace il Rex Deus, la Badia di Marmosolio. Nel frattempo Nizzan si è messo sulle loro tracce con la volontà di vendicarsi del padre di Cristiano, uccidendo il ragazzo. Non hanno fatto i conti però con la destrezza e l’astuzia dello Strozzi, che oltre a mandare a picco la galea di Nazzim, permette anche a Sinan di salvare Isabel (e a sua insaputa, anche Margherita). Elena nel frattempo, senza notizie di Jacopo, stretta nella morsa velenosa di Patrizi, decide di fare visita ad Erminia d’Hercole, madre di Cristiano, rinchiusa da anni in un convento, ma, la donna, provata da anni di torture inflitte dal Patrizi, è restia a parlare. E mentre la signora di piombino cerca di salvarsi la pelle, Leone Strozzi, invece di andare verso l’isola del Rex Deus, torna sui suoi passi per incontrare il Barbarossa, dal quale avrà informazioni su Cosimo de Medici, il tutto ovviamente, trascinandosi dietro Sinan, che viaggia assieme a lui sulla Lyonne. Cosa li attende realmente a Telamone? Il Barbarossa li lascerà andare?


Fermatemi, se no vi racconto davvero tutto!!! Io provo a sintetizzare, ma queste storie sono così avvincenti e splendidamente intrecciate che “sintetizzarle” è davvero un problema. Vanno lette. Punto. Leggete quindi questo meraviglioso affresco storico dipinto magistralmente da Simoni, che vi catapulterà tra pirati ottomani, torri, galee, segreti e regni d’Italia ancora divisi (nonché in guerra tra loro). Non so se Simoni abbia in previsione un seguito di questo romanzo, ma devo dire che ne sarei entusiasta!!!!!! Leggetelo, leggetelo, leggetelo!

Una casa perfetta

Inizio: 21 gennaio 2014
Fine: 28 marzo 2014

Una casa perfetta. Un libro perfetto per annoiarsi a morte. Ok, ammetto di essere cresciuta con Stephen King, quindi la mia idea di horror è decisamente stata plasmata sui suoi libri. Non che io pretenda di trovare la sua stessa capacità lessicale e descrittiva ovunque, ma questo libro prometteva abbastanza bene. Niente di più sbagliato. Una bella musata contro il muro. Quindi, Sig Ben Winters, tanti saluti.

Alex e Susan Wendt sono marito e moglie, una coppia normalissima, con una bambina, Emma. Stanno cercando la casa perfetta dove trasferirsi e la cosa è tutt'altro che un’impresa semplice. Alex lavora come fotografo in una piccola società che ritrae preziosi e gemme, mentre Susan ha lasciato il proprio lavoro di avvocato per dedicarsi alla sua passione di sempre: la pittura. Le entrate sono buone ma non così tanto da permettersi case di estremo lusso. Tuttavia, eccola la casa perfetta, in una palazzina al 56 di Cranberry Street. La padrona di casa, la vedova Andrea Scharfstein, vive al piano di sotto ed affitta il piano superiore, 120 mq di appartamento. Niente da dire, un affare vero e proprio. Susan e Alex se ne innamorano all'istante. Susan rimane colpita da quella che Andrea chiama “la stanza bonus”, un piccolo stanzino con finestra che può essere utilizzato in svariati modi e che la ragazza decide subito di adibire a studio di pittura. Ma mano a mano che i giorni passano, Susan comincia a rendersi conto di alcune imperfezioni: qualche tassello di legno non a filo, un ticchettio insolito, prese che non funzionano benissimo. Niente che il gentile tuttofare di Andrea, il signor Louis, non possa aggiustare. D'altronde gli ultimi inquilini, Jessica e Jack se ne n’erano andati di fretta e furia, lasciando la casa non proprio pulita ed in ordine. A partire da quella stanza bonus nella quale, al loro arrivo, c’era un opprimente odore di chiuso e di urina di gatto (considerato che il gatto, c’era davvero, morto stecchito). Ma dopo una bella ripassata di Louis eccola lì, profumata e pulita pronta per i quadri di Susan. Trascinati da un’euforia contagiosa, la vita degli Wendt scorre normalmente in quella nuova casa, con le stesse vecchie abitudini ma molto spazio in più.
Un giorno, però, le cose strane cominciano a diventare inquietanti. Sul cavalletto della stanza bonus compare un quadro che non è più quello dipinto da Susan, o meglio, lo è, ma una mano misteriosa (forse la sua?) ha aggiunto dei particolari sconcertanti. Particolari che vanno aumentando, fin quando Susan non decide di chiudere quella stanza per non porvi più piede. Fosse tutto lì, invece no. Compaiono misteriose tracce di sangue sulle federe e Susan si copre pian piano di piaghe. La casa è infestata dalla cimici dei letti. O almeno così pare. Alex, che ha problemi con il lavoro, non è il solito marito premuroso e la situazione famigliare comincia a raffreddarsi; Sue sempre più nervosa ed instabile si fa dare il nome di una disinfestatrice, la signora Kauffman, chiamata in tutta fretta per risolvere il problema. Dopo avere passato al setaccio l’intero appartamento però, la disinfestatrice assicura ai coniugi che non v’è traccia alcuna delle cimici, né delle loro uova. La casa è perfettamente pulita. Alex, sollevato al pensiero di avere scongiurato l’ennesimo trasloco (che non possono permettersi) cerca di riprendere la vita di tutti i giorni, ma Susan, sulla quale compaiono cicatrici nuove ogni giorni, nuove bolle e vede cimici scorrazzare ovunque comincia lentamente ad uscire di senno. Non si sente compresa dal marito (che d'altronde non vede ciò che solo lei sembra in grado di vedere), ha paura per la sua Emma, comincia a diventare paranoica, gelosa di Marnie (la giovane babysitter che da sempre si occupa della piccola), la sua insonnia peggiora e la porta ad abusare del sonnifero che da tempo utilizza per cercare di dormire. La situazione precipita così tanto che Alex decide di portarla da un medico, affinché la visiti. Il responso è chiaro: Susan ha abusato dei farmaci e ha forti allucinazioni. Tutto qui? Allucinazioni? Semplice paranoia? E tutti quegli schifosi insetti che la attaccano? Che piovono da qualsiasi crepa nell'intonaco e si riversano a frotte dai quattro angoli della casa? Quella specie, la Cimice del Diavolo, che si nutre di sangue e anima, perché nessuno la vede? Perché attacca solo lei?

Mi fermo qui, anche se mi verrebbe voglia di raccontarvi le ultime pagine per scoraggiarvi dal leggere questo libro. Ovviamente non lo farò, non verrò meno ai miei doveri di redattrice, limitando i vostri diritti di lettori. Ora, io onestamente non so nemmeno se definirlo deludente… cioè, si, sicuramente mi ha deluso, ma, insomma, il paragone con S. King lo reggono in pochi, quindi, direi che non è giusto vederla solo ed esclusivamente in quest’ottica. Il grosso problema è che la storia in sé non regge, non ha senso, è banalissima e oltretutto frettolosa alla fine. Non sopporto quando gli autori costruiscono pagine e pagine di trame/idee e poi smontano tutto in dieci pagine, quelle finali. Eh no caspiterina, non si gioca così coi lettori. Quindi a parer mio, Ben Winters, non ci siamo.


venerdì 17 gennaio 2014

La vendetta del numero Nove (Lorien Legacy #3)

Inizio 15 gennaio 2014
Fine 16 gennaio 2014

Sono sempre più colpita dalla bravura di questi autori, celati sotto lo pseudonimo di Pittacus Lore. Questa saga è una vera e propria scatola cinese. Quando pensi che non ci sia niente di meglio ti sorprende sempre. Ovviamente il risultato è che “La Vendetta del numero Nove” mi è durato si e no ventiquattro ore… e adesso mi tocca spettare che pubblichino “La caduta del numero Cinque” e, manco a dirlo, sono già impaziente. In questo terzo capitolo della saga le vicende vengono narrate da Quattro, Sei e Sette alternativamente, ma dal momento che i Loric sono separati (4 è con 9. Mentre 6,7,8 e 10 sono assieme) , per facilitare la recensione, ho deciso di raccontare gli avvenimenti prima dal punto di vista di 7(Marina), poi dal punto di vista di 4 (John).

Maren (6), Marina, Ella (10) ed il suo Cepan Crayton stanno partendo dall’aeroporto di Barcellona con direzione India. Crayton è convinto che sull’Himalaya viva un ragazzino con poteri particolari, sicuramente un altro Garde. Crayton è convinto, dati i poteri, che proprio lui abbia ereditato le Eredità di Pittacus Lore, indispensabili per battere SeKratus Ra. Ma prima ancora che riescano a scovare il ragazzo, è 8 a trovare loro e condurli a sè. Il loro viaggio sulla catena himalayana permette a Marina di scoprire qualcosa di più sulle proprie eredità, appena in tempo per fronteggiare un attacco da parte della Resistenza del Signore (militari che non credono alla reincarnazione di Vishnu – che poi è 8) e ritrovarsi al cospetto di 8, che prima di riceverli, fa superare loro delle prove per accertarsi della loro identità. Naveen da prova delle sue incredibili capacità, quasi tutte scoperte in solitudine dopo la morte del suo Cepan, Raynolds. Il ragazzo in battaglia ha perso sia il suo Cepan sia il suo scrigno, miracolosamente ritrovato da Marina in fondo a un lago. Adesso che sono riuniti, possono affrontare il viaggio che li separa da 4. Raggiungono un antico portale Lorien che dovrebbe trasportarli in New Mexico, ma Naveen non è in grado di garantire la sua capacità di controllarlo. Mentre analizzano delle incisioni vengono attaccati dai Mogadorian che distruggono buona parte della caverna e uccidono Crayton davanti agli occhi di Ella. Ma non c’è un minuto da perdere, così i ragazzi si teletrasportano grazie alla pietra di Loralite. Maren si ritrova in New Mexico sola, mentre gli altri approdano prima nella baia di Aden e poi a Stonehenge. Sei, stremata e moribonda, viene prelevata dai governativi (FBI) non prima di avere lanciato con la telepatia un sos ad Ella, che lo ha recepito e sa che l’amica è in serio pericolo di vita, mentre loro sono lontani mille miglia da lei. Maren, drogata, rivela agli agenti alcune informazioni ma riesce a controllarsi abbastanza per non tradire la posizione di 4 e l’identità di Naveen. Evasa dalla sua cella crede di incontrare Sarah, che ben presto si rivelerà Sekratus Ra. Dopo lo scontro, impari, Maren viene buttata nella cella di Sarah, quella vera, scoprendo che anche Sam è tenuto prigioniero dai governativi; l’FBI ha preso accordi con i Mogadorian e collaborano con loro per trovare i Loric nascosti e consegnarli a Sekratus Ra. Sei viene di nuovo chiamata al cospetto di Sekratus Ra e questa volta è guerra. Finalmente Naveen, Marina ed Ella sono riusciti a teletrasportarsi in New Mexico, ma non c’è un minuto da perdere: qualcuno sta combattendo ed Ella scopre di poter comunicare con John telepaticamente. Hanno bisogno di rinforzi per entrare nella base sotterranea di Dulce ed affrontare Sekratus Ra….

John, dopo aver impattato contro il campo di forza continua ad avere allucinazioni. Ha sempre al suo fianco il fedele Bernie Kosar ed ha trovato 9, ma ha perso Sam e non si da pace. Lo ha abbandonato in quella base e vuole andare a riprenderselo. La presenza di 9 lo innervosisce ma allo stesso tempo lo rassicura: Stanley è molto abile, forte e soprattutto determinato. Ha perso il suo Cepan, Sandor, ed è rimasto prigioniero nella base per più di un anno. È stato torturato, ma non hanno potuto ucciderlo per via dell’incantesimo. Ed ora è decisamente arrabbiato. John e Stanley aprono i loro scrigni per cercare di aiutarsi a comprendere il funzionamento di alcuni oggetti. Entrambi sembrano aver perso i loro Cepan troppo presto, ma Stanley è sicuramente più informato di lui. Quasi per caso scoprono un modo per comunicare con gli altri Loric che hanno lo scrigno aperto, ma l’unica cosa che riescono a comprendere è che Sei è in India e si trova nei guai, anche se forse, non è sola. Abbassata la guardia si ritrovano circondati dai governativi, chiaramente alleati dei Mogadorian visti gli equipaggiamenti, e vengono caricati su un furgone. Non sanno dove sono diretti e grazie alle loro capacità riescono a fuggire. La prossima direzione è Chicago, dove Sandor ha costruito un rifugio altamente tecnologico e avanzato per Stanley, in pieno centro, al diciottesimo piano della Hancock Tower. John è perseguitato da incubi e visioni di Sekratus Ra, alternate alle visoni di una ragazzo magro e riccioluto che John intuisce essere un altro Garde. Finalmente grazie alla tecnologia di Sandor a disposizione, John e Stanley riescono a far funzionare il tablet di Malcom Goode, scoprendo così dove si trovano gli altri Garde e addirittura il nascondiglio di due astronavi Loric. Vedono anche un Garde, di cui non conoscono l’identità, che viaggia in solitaria dal Brasile alla Jamaica. Qualcuno è da solo in New Mexico, gli altri sono al largo della Somalia, con cosa si spostano? Se Sei ha raggiunto un altro Garde in Spagna, chi sono gli altri due puntini? Troppe domande e nessuna risposta. Dopo diversi tafferugli e un combattimento all’ultimo piano, i due decidono di recarsi alla base di Dulce, New Mexico, per riuscire a trovare il Garde solitario e penetrare nella base per liberare Sam e Sarah. Si sono ritrovati nelle stesse visioni con Sekratus Ra e 9 non vede l’ora di vendicarsi. A bordo di una macchina scassatissima all’apparenza, ma ipertecnologica dentro, viaggiano verso il New Mexico a tutta velocità. Con somma sorpresa altri puntini appaiono in prossimità della base di Dulce e John scopre di poter comunicare con Ella, il numero 10. Arrivati alla base decidono di rivelare agli altri la loro posizione con il lumen, che viene puntualmente intercettato dai nemici e così 4 e 9 vengono attaccati dai governativi; nonostante le loro abilità non potranno difendersi in eterno…. Ma Ella, Marina e Naveen stanno accorrendo in aiuto.  I Loric stanno per riunirsi…


Che dire… spettacolo. Davvero appassionante. Da tenere incollato il lettore pagina dopo pagina, fino alla fine, fino all’ultima riga. Ricco di colpi di scena e tutt’altro che scontato questo terzo capitolo è davvero bellissimo. Non avevo mai letto niente del genere ed ogni volta resto profondamente colpita dalle capacità narrative di questi autori! Adesso non mi resta altro che aspettare il quarto capitolo… 

Hanno ammazzato la Marinin

Inizio 8 gennaio 2014
Fine: 12 gennaio 2014

Davvero spassosissimo questo libro. Non conoscevo quest’autrice, ma la copertina mi aveva già fatto capolino più d una volta dentro le librerie… e ad un certo punto ho proprio ceduto. E come al solito ho trovato un piccolo gioiello. Nadia Morbelli scrive in modo sorprendente! Nel senso che scrive esattamente quello che scriverei io al suo posto: stesse freddure, stesse frasi, stessi neologismi sparati sul momento e stessi termini vetustissimi qua e là a dare un non so che di classico. Lei ha quasi 40 anni e io ne ho 31, non riesco proprio ad immaginarmi diversa da Nadia quando avrò la sua età! Sarò anche io così, insomma, non sarò cambiata di una virgola!!

Nadia vive a Genova e lavora in una casa editrice (con somma disperazione di sua madre che non sa mai cosa dire alle persone quando le chiedono “Nadia che lavoro fa?”) diretta da Gian Paolo un tipetto tutto nervi a lamentele. Celibe, con un fidanzato in giro per il mondo, senza figli, è il ritratto – secondo sua madre – della ragazza che non è mai cresciuta, che non vuole responsabilità, che non ha ambizioni nella vita. Ma ovviamente il punto di vista di Nadia è completamente diverso… la sua vita scorre relativamente tranquilla tra le visite ai genitori al paesello e le uscite con Carla, la sua amica di sempre (che, a differenza sua, ha un lavoro bene chiaro: è una professoressa – di latino per giunta!). Ma un giorno come tanti, al rientro a Genova, sotto una pioggia incessante, Nadia si butta nella vasca da bagno incurante del campanello che suona… e un attimo dopo arriva il black out. Niente di anomalo, se non fosse che il giorno dopo Nadia scopre che la sua vicina di casa, Marinin, è stata uccisa. La Marinin (al secolo Assunta Maria Filomena Mammoliti vedova Merlo), ben lungi da essere un’amabile vecchietta, era il terrore del condominio, con i suoi modi sgarbati e con l’aria polemica pronta a diventare tempesta per qualsiasi cosa su cui posasse lo sguardo. Da quando era rimasta vedova viveva con la figlia Anna e il genero Giorgio, ma era chiaro come il sole che qualcosa non andava; le discussioni in famiglia erano sempre più frequenti e chiassose, cosa rilevante data le consuete buonissime maniere di Giorgio, ricco ed educatissimo. Ma chi poteva averla uccisa? Così, senza nemmeno fare rumore, senza che Nadia sentisse nulla dall’altra parte della parete. Possibile che quella donna così energica non si sia difesa, non abbia urlato? A qualche domanda trova risposta in Questura, dove il Dott. Prini l’ha convocata per la deposizione. Niente da dire un uomo interessante, uno della Celere, ma pazienza, nessuno è perfetto. Ma per qualche domanda che trova risposta, ne sorgono altre che spalancano scenari alquanto inquietanti. Comincia così l’ossessione di Nadia per questo crimine, che la porterà a fare l’investigatrice accanto (o quasi) a Prini. I due cominciano una fitta corrispondenza telefonica alla quale segue una fitta frequentazione nel “solito posto” davanti a cibi ipercalorici (Prini) e insalata (Nadia). Più il Vice Questore sorride della sua carriera da novella Miss Marple, più Nadia è convinta che lui, da buon celerino, si sia fatto abbindolare dall’apparente banalità del caso, senza approfondire altri elementi alquanto sospetti (come la morte dello Scianca, il marito della Marinin, giusto qualche mese prima). Così Nadia comincia a svolgere indagini per suo conto… sfruttano la rete di gossip che permea ogni paese degno di tale nome. Coinvolge Carla e altri amici, più o meno divertiti da questa Nadia in versione investigatrice. Il punto di forza di questo romanzo non è sicuramente il giallo in sé, ma tutto il fantastico contesto nel quale si muove Nadia: realtà di paese, fatta di luoghi comuni, soprannomi, atteggiamenti tipici, ruoli ben definiti, dove niente sfugge a nessuno, dove tutti sanno di tutti eppure nessuno è mai abbastanza informato; stupendo è anche il rapporto di Nadia con i suoi genitori e ancora di più il modo giocoso con cui viene descritto: un gap generazionale che divide e pone su due sponde opposte madre e figlia, differenti per linguaggio, apertura mentale, ma soprattutto diverse nel vedere priorità e bisogni. Diverse nel modo e nei criteri di giudizio, cambiati negli anni, diverse nel vedere virtù o difetti, in una continua simpaticissima competizione. Un passo per volta Nadia cercherà di sbrogliare questo nodo e scoprire la verità sulla morte della Marinin… ce la farà ad arrivarci prima di Prini?


La quarta di copertina annunciava già che la forza di questo libro fosse il suo linguaggio. E non si può dire che non sia così. Ho riso come una matta per tutto il tempo e ho trovato questo esordio della Morbelli eccezionale. Ovviamente mi sono già comprata il suo secondo romanzo, visto che l’autrice promette davvero bene! Ve lo consiglio, ve lo divorerete in pochissimo tempo e vi farete un mucchio di risate!

domenica 12 gennaio 2014

La Sfida dell'Alfabeto 2014


Nuovo anno, nuova sfida dell'Alfabeto :)

A Allende – Il gioco di Ripper 
B Betts – Il giardino delle spezie segrete
C Carlotto – Le vendicatrici (Eva)
D Dennis – Intorno al mondo con Zia Mame
E Eco - Il cimitero di Praga
F Fogazzaro - Malombra
G Genova - Perdersi 
H Hack Margherita - Notte di stelle
I Ignazi - I partiti politici in Italia
J Jordan - Il Drago rinato
K King - 22/11/63
L Lowry – The Giver
M McCall Smith – Morale e belle ragazze
N Nesbo - Nemesi
O Oz - Una pantera in cantina
P Pagano - Perdutamente
Q Queneau - Zazie nel metro
R Reece - Topi
S Suskind – Il profumo
T Tolstoj - Anna Karenina
U Updike - Le streghe di Eastwick
V Vassalli - La Chimera
W Wharton - Storie di fantasmi
X Xialong Qiu - Quando il rosso è nero
Y Yoshimoto Banana - Arcobaleno
Z Zweig - Amok