domenica 30 marzo 2014

Una casa perfetta

Inizio: 21 gennaio 2014
Fine: 28 marzo 2014

Una casa perfetta. Un libro perfetto per annoiarsi a morte. Ok, ammetto di essere cresciuta con Stephen King, quindi la mia idea di horror è decisamente stata plasmata sui suoi libri. Non che io pretenda di trovare la sua stessa capacità lessicale e descrittiva ovunque, ma questo libro prometteva abbastanza bene. Niente di più sbagliato. Una bella musata contro il muro. Quindi, Sig Ben Winters, tanti saluti.

Alex e Susan Wendt sono marito e moglie, una coppia normalissima, con una bambina, Emma. Stanno cercando la casa perfetta dove trasferirsi e la cosa è tutt'altro che un’impresa semplice. Alex lavora come fotografo in una piccola società che ritrae preziosi e gemme, mentre Susan ha lasciato il proprio lavoro di avvocato per dedicarsi alla sua passione di sempre: la pittura. Le entrate sono buone ma non così tanto da permettersi case di estremo lusso. Tuttavia, eccola la casa perfetta, in una palazzina al 56 di Cranberry Street. La padrona di casa, la vedova Andrea Scharfstein, vive al piano di sotto ed affitta il piano superiore, 120 mq di appartamento. Niente da dire, un affare vero e proprio. Susan e Alex se ne innamorano all'istante. Susan rimane colpita da quella che Andrea chiama “la stanza bonus”, un piccolo stanzino con finestra che può essere utilizzato in svariati modi e che la ragazza decide subito di adibire a studio di pittura. Ma mano a mano che i giorni passano, Susan comincia a rendersi conto di alcune imperfezioni: qualche tassello di legno non a filo, un ticchettio insolito, prese che non funzionano benissimo. Niente che il gentile tuttofare di Andrea, il signor Louis, non possa aggiustare. D'altronde gli ultimi inquilini, Jessica e Jack se ne n’erano andati di fretta e furia, lasciando la casa non proprio pulita ed in ordine. A partire da quella stanza bonus nella quale, al loro arrivo, c’era un opprimente odore di chiuso e di urina di gatto (considerato che il gatto, c’era davvero, morto stecchito). Ma dopo una bella ripassata di Louis eccola lì, profumata e pulita pronta per i quadri di Susan. Trascinati da un’euforia contagiosa, la vita degli Wendt scorre normalmente in quella nuova casa, con le stesse vecchie abitudini ma molto spazio in più.
Un giorno, però, le cose strane cominciano a diventare inquietanti. Sul cavalletto della stanza bonus compare un quadro che non è più quello dipinto da Susan, o meglio, lo è, ma una mano misteriosa (forse la sua?) ha aggiunto dei particolari sconcertanti. Particolari che vanno aumentando, fin quando Susan non decide di chiudere quella stanza per non porvi più piede. Fosse tutto lì, invece no. Compaiono misteriose tracce di sangue sulle federe e Susan si copre pian piano di piaghe. La casa è infestata dalla cimici dei letti. O almeno così pare. Alex, che ha problemi con il lavoro, non è il solito marito premuroso e la situazione famigliare comincia a raffreddarsi; Sue sempre più nervosa ed instabile si fa dare il nome di una disinfestatrice, la signora Kauffman, chiamata in tutta fretta per risolvere il problema. Dopo avere passato al setaccio l’intero appartamento però, la disinfestatrice assicura ai coniugi che non v’è traccia alcuna delle cimici, né delle loro uova. La casa è perfettamente pulita. Alex, sollevato al pensiero di avere scongiurato l’ennesimo trasloco (che non possono permettersi) cerca di riprendere la vita di tutti i giorni, ma Susan, sulla quale compaiono cicatrici nuove ogni giorni, nuove bolle e vede cimici scorrazzare ovunque comincia lentamente ad uscire di senno. Non si sente compresa dal marito (che d'altronde non vede ciò che solo lei sembra in grado di vedere), ha paura per la sua Emma, comincia a diventare paranoica, gelosa di Marnie (la giovane babysitter che da sempre si occupa della piccola), la sua insonnia peggiora e la porta ad abusare del sonnifero che da tempo utilizza per cercare di dormire. La situazione precipita così tanto che Alex decide di portarla da un medico, affinché la visiti. Il responso è chiaro: Susan ha abusato dei farmaci e ha forti allucinazioni. Tutto qui? Allucinazioni? Semplice paranoia? E tutti quegli schifosi insetti che la attaccano? Che piovono da qualsiasi crepa nell'intonaco e si riversano a frotte dai quattro angoli della casa? Quella specie, la Cimice del Diavolo, che si nutre di sangue e anima, perché nessuno la vede? Perché attacca solo lei?

Mi fermo qui, anche se mi verrebbe voglia di raccontarvi le ultime pagine per scoraggiarvi dal leggere questo libro. Ovviamente non lo farò, non verrò meno ai miei doveri di redattrice, limitando i vostri diritti di lettori. Ora, io onestamente non so nemmeno se definirlo deludente… cioè, si, sicuramente mi ha deluso, ma, insomma, il paragone con S. King lo reggono in pochi, quindi, direi che non è giusto vederla solo ed esclusivamente in quest’ottica. Il grosso problema è che la storia in sé non regge, non ha senso, è banalissima e oltretutto frettolosa alla fine. Non sopporto quando gli autori costruiscono pagine e pagine di trame/idee e poi smontano tutto in dieci pagine, quelle finali. Eh no caspiterina, non si gioca così coi lettori. Quindi a parer mio, Ben Winters, non ci siamo.


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