Fine: 07 marzo 2012
Se dicessi che ho capito questo libro,
esagererei; se dicessi che mi è piaciuto mentirei. Eppure qualche cosa, qualche
piccolissima cosa, mi ha lasciato. Già solo le date di inizio e fine la dicono lunga
sulla mia svogliatezza nel girare queste pagine, ma quando mi impongo di leggere
un libro, normalmente, che mi piaccia o no, mi impongo anche di terminarlo. Stavolta
è stata davvero dura ed a un certo punto ho detto “ok, ti lascio un po’ sul comodino”.
Le ultime cento pagine le ho lette negli ultimi 4 giorni; a saperlo prima, finivo
mesi fa. Di fatto c’è che mi ha annoiato e molto. Non ho mai amato Orwell come autore…
ma per averne consapevolezza dovevo leggere qualcosa di suo, partendo dalla “Fattoria
degli animali” ed arrivando al tanto conclamato 1984. Che noia! E che angoscia!
So che un libro ha la metà del suo contenuto legato al contesto e sicuramente estrapolarlo
non è mai una buona idea, però, sinceramente, è un libro di un sadico. Ne ho
letti di libri di torture e massacri, di stragi e di terrorismo n’è colma l’Europa
come l’America Latina, l’Africa come l’Asia. Ma c’è una grossa differenza tra
queste storie vere e il libro di Orwell: il sadismo. Questo libro emana una cattiveria
infinita e sembra quasi che l’idea che si trasmette sia quella di esaltare tutto
questo, invece che deplorarlo. Non è per la fine, ci sta anche un po’ di realismo:
quando mai vedete il bene trionfare sul male? Mai. Il realismo ci sta. Ma tutto
questo sadismo meno. Le prime cento pagine sono state un’agonia, una lunghissima
agonia girata intorno a Winston Smith, unico (o quasi) protagonista del libro,
se escludiamo il Grande Fratello. Il mondo di Winston è un mondo diviso in tre
parti, in guerra tra loro: Estasia Eurasia ed Oceania, patria di Smith. In Oceania
esiste il Partito e l’occhio del Grande Fratello che guarda tutto e tutti sempre,
24h su 24. Guai a discostarsi da quello che secondo il partito è vero e giusto!
La Psicopolizia (che ricorda molto le Squadre della Morte argentine) entra in azione.
Ma come si fa a credere in qualcosa che ogni cinque minuti viene adattato e cambiato
a seconda della esigenza? Nel mondo dell’Oceania non esiste il passato: questo
infatti viene riscritto ogni giorno, è in continuo mutamento ed in continuo adattamento…
ma sempre in linea con il partito. Il Partito è l’unica certezza. Nel mondo di Winston
non c’è spazio per nulla, le giornate sono rigidamente scandite, ben regolamentate e regolate; con un occhio sempre
puntato addosso non è facile scappare da questa regolarità che, se infranta, porta
alla morte. O almeno per una parte della popolazione; per il 90% di essa, invece,
la Psicopolizia non esiste nemmeno. Sono i prolet, il gradino più basso, l’incarnazione
della degradazione e dell’ignoranza, personificazione dell’inutilità. Capisco
il pessimismo di quegli anni, ma questo mondo, ribadisco, è proprio eccessivamente
sadico. Senza contare che in tutto il libro i discorsi filosofeggianti di Orwell
non fanno una piega, se si segue il suo filo, ma c’è una pecca: dov’è il bandolo
della matassa? Dove è cominciato il filo logico? A metà del libro c’è una lunga
lettura di Winston, il quale viene in possesso di un libro pericolosissimo, di
quella che potremmo chiamare la resistenza, un libro nel quale si smaschera in
Grande Fratello per quello che è; in questa parte l’autore regala perle di saggezza
sull’evoluzione delle masse, sul progresso, sui cicli storici, arrivando poi a
dimostrare come sia possibile che il regno della dittatura Oceanica non finisca
mai… si ma senza contare quel gradino iniziale che spieghi come tutto quello che
Winston vive sia stato realizzabile che è molto diverso dal dimostrare come in
realtà possa sopravvivere a tutto. Non credo nell’assoluta imbecillità dell’intera
umanità nello stesso momento; disgraziatamente al mondo esistono le dittature e
grazie a Dio finiscono, che mietono un’infinità di vite e costano molti sacrifici
che si ripercuotono sulle generazioni successive. La gente (tutta) però, ad un certo
punto, desidera la pace talmente tanto che è in grado di ripristinarsela a forza.
E la gente scontenta è sempre di più, rispetto a quella contenta. Variabile non
indifferente.
Senza
questionare oltre sulle teorie di Orwell, vi dirò che a un certo punto Winston viene
scoperto, viene accusato di essere contro al Partito e viene catturato. Essere
catturati dalla Psicopolizia significa due cose: essere torturati e morire, perché
il ribelle va prima distrutto, poi ricostruito ed infine eliminato. Questa sarà
la sorte che attende il nostro protagonista, insieme al quale vivremo l’angoscia
del torturato, la paura e la sofferenza, l’egoismo di chi per amore della propria
vita è disposto a sacrificare il mondo intero. Mors tua vita mea. Indubbiamente
c’è poco da giudicare in questo atteggiamento.
Non
è un libro che consiglierei, però forse leggendolo vi rimarrà qualcosa, qualcosa
che non saprete cos’è né come chiamare ma pur sempre qualcosa. Alla fine l’importante,
per un libro, è lasciare la traccia dentro di noi.
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