Inizio: 17 marzo 2013
Fine: 2 aprile 2013
Che dire. Lungo, incredibilmente
lungo. Se dicessi che non mi è piaciuto mentirei, ma se dicessi che mi è piaciuto,
molto probabilmente, starei esagerando. Non è facile descrivere un libro così intricato
e complesso che racchiude in sé cento anni di storia. Una storia lontana da quella
con la quale siamo abituati a confrontarci. Ho dovuto prendere appunti e segnarmi
particolari per tutto il tempo, diversamente correvo il rischio di non capirci davvero
nulla – per questo ho dato solo tre stelline. Garcia Márquez ha intessuto una trama
fittissima ed altalenante, molto incalzante e difficile da seguire, tuttavia il
libro è uno spettacolo. Scorrevole no, a meno che lo leggiate senza volerci capire
granchè.
Sudamerica.
José Arcadio Buendia e la moglie Ursula (incinta del primo figlio) hanno abbandonato
il luogo d’origine con un folto gruppo di cittadini per sfuggire ad un evento
criminoso (l’omicidio di Prudencio Aguilar) e finiscono per fondare una nuova cittadina
nel bel mezzo della foresta. Macondo. Tutto scorre piacevolmente in questo villaggio
ben regolato dal buon senso e dal polso di José. La famiglia si allarga. I piccoli
Josè Arcadio Jr e Aureliano crescono ed alla famiglia si aggiunge ben presto la
piccola Amaranta. L’unica novità è rappresentata dalla figura di Melquaides, definito
come uno zingaro, che arriva ciclicamente con il suo seguito di mercanti e saltimbanchi
per proporre di volta in volta oggetti nuovi e miracolosi. José Arcadio
comincia ad essere assorbito sempre più da queste nuove invenzioni e crea un
vero e proprio laboratorio in casa sua… Con
l’arrivo di Rebeca, mandata da Ursula da non ben precisati lontani parenti, la
situazione comincia a complicarsi. La ragazza è strana, mangia terra ed intonaco
e porta con se un sacco con le ossa dei propri genitori. Tuttavia Ursula la tratta
come una figlia e con lei tutta la famiglia. Fino a quando l’amore per lo stesso
uomo, Pietro Crespi, non le dividerà. Pietro ricambia l’amore di Rebeca, ignorando
quello di Amaranta. I due, destinati a sposarsi, non si sposeranno mai. Entambi
i fratelli maggiori hanno avventure con Pilar Ternera, una ragazza prosperosa e
molto libertina, che rappresenta la valvola di sfogo della popolazione maschile
di Macondo, nonché l’insegnate per eccellenza dei giovani imberbi che si
accostano alla sessualità. Da José Arcadio Jr avrà il piccolo Josè Arcadio Secondo
mentre lui si è dato alla fuga con il gruppo di zingari guidati da Melquiades. Da
Aureliano invece ella avrà Aurealiano Josè, salvo essere poi messa da parte poiché
Aureliano decide di sposare la figlia del sindaco, la piccola Remedios. Proprio
lei, morirà per mano di Amaranta. Al suo ritorno dalle scorribande con gli zingari
José Arcadio Jr decide però di sposare Rebeca. I due vengono cacciati da Ursula
e danno il via ad una vita loro, in un’altra casa, basata sullo scandalo. Non passerà
molto tempo che Rebeca ucciderà con un colpo di pistola Arcadio Jr. Pietro
Crespi, deluso dal comportamento di rebeca, comincia allora a far la corte ad
Amaranta, che lo rifiuta costantemente e con la stessa forza con la quale prima
lo desiderava. Pietro alla fine, si suicida. Ora Amaranta ha due persone sulla
propria coscienza e comincia a diventare uno spettro. Aurealiano intanto è
partito per la guerra ed il nipote, José Arcadio Secondo diventa il feroce
governatore di Macondo. Si sposa con quella santa donna di Santa Sofia de la
Piedad dalla quale avrà una figlia, Remedios e due gemelli: Aureliano Secondo ed
Arcadio Secondo. All’interno della famiglia, gestita in maniera allargata da
Ursula, le cose cominciano a complicarsi. A causa della scarsità di
informazioni su padri e madri dei vari ragazzi, Aureliano Josè si innamora di
Amaranta (che in realtà è sua zia), rifiutato dalla stessa deciderà per partire
per la guerra al seguito di Aureliano (suo padre) ed al suo ritorno, rifiutato
nuovamente da Amaranta, si rifugia tra le braccia della solita Pilar Ternera. In
tutto questo il capostipite Josè Arcadio è completamente impazzito, convinto
che il tempo non passi a Macondo, si fa legare ad un castagno, legato al quale
morirà anni dopo. Nel frattempo i gemelli di Santa Sofia de la Piedad crescono,
uguali ma diversi: Aureliano Secondo, ossessionato dal fantasma di Melquiades,
si chiude nel laboratorio del padre (nel quale ha vissuto anche Melquiades) ed
impara da autodidatta tutto quello che nessuno è più in grado di spiegargli;
Arcadio Secondo invece comincia a passare
il suo tempo con il prete di Macondo. I gemelli per molto tempo si contendono
un’unica donna, Petra Cortes, ignara degli scambi tra un gemello e l’altro. Aureliano
Secondo continuerà a vivere con lei anche dopo il matrimonio con Fernanda del
Carpio e la nascita del suo primo figlio José Arcadio. Fernanda, convinta di
essere una nobildonna, approfitta della cecità di Ursula per impadronirsi della
casa e comincia a rimodellarla a suo piacimento. La povera Ursula diviene quasi
un giocattolo per i bambini di casa… tra cui la piccola Renata Remedios (Meme),
secondogenita di Fernanda. Intanto arrivano da tutto il Paese quelli che dicono
di essere i figli di Aureliano (il quale è sempre in guerra). Rimane solo
Aureliano Triste il quale l’anno dopo porterà la prima ferrovia a Macondo. Arriva
il progresso: grammofoni cinema, telefoni ed anche il Signor Herbert, che con
le sue piantagioni, porta vagonate di gente a Macondo. Insieme al progresso
accadono fatti miracolosi ed inspiegabili come l’ascesa al cielo della bella Remedios.
José Arcadio (figlio di Fernanda) viene mandato in seminario a studiare, la
madre lo vuole Papa. Aureliano, rientrato da tempo a Macondo, muore. L’anno
dopo nasce l’ennesimo figlio di Fernanda e Aureliano Secondo: una bambina che
chiamano Amaranta Ursula. Nata lei, muore Amaranta. Quando anche il fidanzato
di Meme viene ucciso, Fernanda spedisce la figlia in convento, salvo poi
ritrovarsi un neonato, mandato dalle suore, che risulta essere il figlio di Meme
e Mauricio, che verrà chiamato Aureliano. Il fratello di Meme crede che lei sia
morta, poiché la madre gli ha taciuto la sua decisione di spedirla in convento.
José Arcadio Secondo diventa sindacalista e dopo essere stato vittima e
testimone di un massacro, risvegliatosi tra i cadaveri su un treno, impazzisce,
nonostante tutti gli assicurino che non è mai successo nulla di ciò che lui
racconta. Comincia il suo viaggio per tornare a Macondo. Ursula, ad una
veneranda età che si aggira a conti fatti tra i 115 e i 120 anni, muore. Dopo di
lei, muore la solitaria Rebeca, che ha continuato a vivere nella casa nella
quale ha ucciso suo marito. Amaranta Ursula parte per Bruxelles e mentre lei è
via i suoi fratelli maggiori muoiono entrambi. Santa Sofia de la Piedad dopo
tant anni con Ursula, decide che morta lei se ne può andare lasciando così il
piccolo Aureliano (figlio di Meme) e Fernanda nella casa che fu di José Arcadio
e di sua moglie Ursula. Muore anche Fernanda proprio quando finalmente José
Arcadio Secondo riesce a tornare a casa. Dalla lontana Bruxelles rientra anche Amaranta
Ursula che porta con sé il marito. Alla fine però il povero Gaston farà ritorno
in Europa.
Ho
lasciato volutamente nascosta la paura di Ursula narrata all’inizio del libro
sulla sua stirpe, così come la vera fine del libro, che in qualche modo chiude
il cerchio di questi cento anni. Come potete vedere è molto complesso e reso
ancora più difficile dal ripetersi degli stessi identici nomi. La vera
protagonista, anche se non si evince da questo riassunto è Ursula. Una donna
forte, con una grande determinazione ed una capacità di adattamento che le
permetteranno di vivere e sopravvivere alla maggior parte della sua famiglia.
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