lunedì 8 giugno 2015

La Meccanica del Cuore


Inizio: 2 giugno 2015
Fine: 3 giugno 2015


Comincio con una premessa: non mi sono mai piaciute le favole, le fiabe, insomma le storielle a lieto fine che si raccontano ai bambini e che spesso continuano a far sognare le persone anche da adulte. Io e i sogni abbiamo un rapporto strano e non è questa la sede per dilungarmi in merito. Tuttavia mi sono accostata volentieri a questo libro e non mettetevi a ridere per il motivo. Mi sono imbattuta per caso in un post, su Twitter, che faceva una specie di oroscopo per lettori. Incuriosita ho letto il suggerimento per lo Scorpione et voilà, mi hanno assegnato la Meccanica del Cuore. Mi son detta “Ma si Elena, vediamo come va”. È andata. Non saprei dirvi se bene o male, intanto è andata. Diciamo che in qualche modo mi ha fatto rivivere uno stato d'animo particolare, nonostante io lo viva quotidianamente ormai; l'ho percepito come accentuato, mi ha spinto alle lacrime ma purtroppo non è stato catartico. Magari non era questo l'intento, magari non sono pronta io... Mi sono ritrovata ad avere ancora 12 anni quando per la prima volta vidi Edward mani di forbice. Il mio non fu un incontro felice, per nulla proprio. Non amo particolarmente Tim Burton e quel film mi sconvolse non poco, considerando che all’epoca dei fatti avevo una stanza identica a quella della protagonista (con tanto di specchio che inquadrava il letto retrostante) e per settimane continuai ad avere l’ansia. Questo libro potrebbe averlo scritto lui, o averlo ispirato in qualche modo. Ora, io non amo le favole perché mi ritengo realista, ma a mio parere se realizzi una fiaba drammatica, stai mancando l’obiettivo - e non apro parentesi sulla differenza tra favola e fiaba! - stai dimenticando il tuo pubblico per eccellenza: i bambini. Se vogliono sognare, lascia deciderlo a loro (mi si perdoni l’enfasi!) ma dagli uno strumento con cui farlo, qualora volessero. Ad ogni modo La Meccanica del cuore è esattamente così, una fiaba drammatica in chiave moderna (alle volte un po’ troppo) e quasi più per adulti che per bambini. L’intento di Malzieu non mi è stato chiaro nemmeno alla fine, quindi lascio a voi l’ardua sentenza!



Edimburgo, Scozia. Nella notte più fredda del 1874 viene al mondo Little Jack. Nasce nella casa in cima alla collina dove la dottoressa Madeleine aiuta chi altro aiuto non ha; emarginati, donne sole, prostitute, vagabondi, tutti trovano conforto e aiuto da colei che i più considerano alla stregua di una strega. Già, una strega, perché solo un essere demoniaco può aggiustare le persone rotte e malandate. Così, quando Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato, Madeleine non si scompone più di tanto e per salvargli la vita gli impianta nel petto un orologio a cucù. Abbandonato dalla madre, Little Jack cresce con le amorevoli cure di Madeleine e degli strani ospiti itineranti della sua casa, come Anna, Luna ed Arthur con la sua colonna vertebrale musicale; gli anni passano ma nessuno lo vuole, altri bambini vengono adottati mentre da lui fuggono, inorriditi alla vista del cuore cucù, tutti i genitori bendisposti. Jack sa di essere diverso, ma non capisce perché la gente non possa accettarlo nonostante la sua evidente diversità, soffre, si sente rifiutato, solo ed abbandonato, così, quando il piccolo ha cinque anni, la dottoressa Madeleine decide di tenerlo definitivamente con sé. La vita scorre relativamente tranquilla, fino a quando quantomeno Jack non comincia a manifestare una sana voglia di vedere altro, oltre alla casa in cui vive. Dopo anni di dinieghi finalmente per il decimo compleanno, Madeleine acconsente a fare un giro in città con Jack. Il bambino è rapito da qualsiasi cosa, qualsiasi rumore e colore, dalle forme delle cose e delle persone. Ma tutto si eclissa quando scorge una piccola cantante che sbatte contro le cose perché non porta gli occhiali. Il suo cuore impazzisce, il cucù esce impetuosamente dalle bende e dalla camicia, spaventando tutti i presenti. Madeleine lo trascina nuovamente in cima alla collina, a casa. Lei ci prova a mettere in guardia Jack dalle emozioni e dall'amore: il suo cuore è troppo fragile, troppo delicato per sopportare questi scossoni, sarà meglio che si tenga dunque alla larga da molte cose. Ma il danno, oramai, è fatto. Jack vuole a tutti i costi ritrovare la piccola cantante; si iscrive persino a scuola nella speranza di incontrarla. Al suo posto incontrerà invece Joe determinato a far rimpiangere a Jack sia la decisione di andare a scuola sia, peggio ancora, l'aver chiesto della bellissima Miss Acacia. dopo tre lunghissimi anni di soprusi Jack decide di affrontare Joe, ribellandosi alle sue angherie. entrambi hanno passato il segno però e Jack è costretto a fuggire in gran segreto da Edimburgo. Meglio così: andrà a cercare Miss Acacia in Andalusia, a Granada. Comincia qui un viaggio rocambolesco che lo porterà oltre i suoi limiti, verso un futuro ignoto si, ma che ha molto del passato.
Miss Acacia, rincorsa su e giù per la Spagna diventerà il suo grande amore e poi di nuovo la sua croce, drammaticamente, fino alla fine. Insieme a lui Georges Melies, splendido personaggio realmente esistito, che si fa carico (nell'immaginazione di Malzieu) della cura del cuore di Jack: Madeleine gli aveva detto infatti di affidarsi ad un orologiaio ma non ad un dottore, che non avrebbe saputo aiutarlo né guarirlo.
Georges è l'amico ideale, il compagno di viaggio perfetto, insostituibile nella sua capacità di vedere Jack per ciò che è, esattamente come solo Madeleine sapeva fare. Ma proprio perché non è lei, Georges è anche in grado di vedere ciò che Madeleine ha sempre voluto ignorare...

Onestamente non so che dirvi. Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma... nemmeno che mi sia piaciuto veramente. A prescindere dai personaggi e dal contesto vi sono moltissime chiavi di lettura. Io ne ho una personale, che dirò nel caso qualcuno la volesse sapere, ma che non scriverò qui per non influenzare nessuno!
Siamo a giugno, fra poco inizia l'estate, è breve, costa anche poco.. leggetelo!


 



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