Inizio: 26 giugno 2012
Fine: 21 agosto 2012
Dunque…
cerchiamo di dare un parere obiettivo. Non posso dirvi che sia un brutto libro,
no brutto no. Forse un po’ noioso si. Però d’altro canto descrive molto bene il
modus vivendi dei giapponesi, quindi da un punto di vista socio culturale è
decisamente buono. Non mi ha convinto troppo, forse mi aspettavo un libro
diverso.. non so nemmeno io. Sarà che il Giappone da un certo punto di vista mi
piace molto, da altri non mi appassiona per niente. Con tutto il rispetto
parlando per i giapponesi. Devo dare una seconda opportunità a quest’autrice,
che non conoscevo prima e che ho conosciuto grazie a questo libro. Io ho un
unico contatto con il Giappone.. e si chiama Banana Yoshimoto. Ok siamo su due
dimensioni molto diverse. Non credo si possa decidere se un autore piace o meno
dopo la lettura di un solo libro, quindi ci riproverò…
È
la storia di una donna, una governante, che viene mandata dalla sua agenzia a
lavorare nella casa di un professore. A richiedere una governante è la cognata
di lui, una signora impettita e molto algida che ha già provato a cercare una
domestica per il cognato, ma tutte sono scappate dopo poco tempo. Questo perché
il pover uomo, a seguito di un incidente stradale, ha riportato gravi problemi
cerebrali; è perfettamente cosciente ed autonomo ma la sua memoria dura solo
ottanta minuti. Per questo motivo il suo unico vestito, un completo giacca e
pantalone invernale, è buffamente costellato di bigliettini che riportano le
cose importanti, quelle che gli permettono di sopravvivere. L’uomo vive solo in
una casa distinta da quella della cognata vedova di suo fratello. Il nome della
nostra protagonista non viene mai citato ma è lei a raccontare la storia ed è
lei il nostro metro di misura. Fin dall’inizio la donna si rende conto della
complessità del mondo interiore dell’uomo che ha davanti. Lui non le chiede né
come si chiama né da dove viene, ma che numero di scarpe porta. Questa buffa
domanda da il via ad una serie di considerazioni matematiche nelle quali cerca
via via di coinvolgere la governante. Il professore era un ricercatore
matematico e questa sua capacità di lavorare con la matematica non ha sofferto.
Ricorda perfettamente tutto ciò che ha studiato e tutto ciò su cui ha lavorato;
ancora adesso il professore risolve i quesiti matematici di una rivista
mensile. La governante prende in simpatia questo affabile e strano vecchietto
che sembra avere molta voglia di insegnare agli altri e gradisca la compagnia. Cerca
di rispettare i suoi tempi e le sue piccole ma ingombranti abitudini; si muove
leggerissima per la casa pulendo ogni cosa
ma senza cambiare di una virgola la posizione delle cose del professore;
quella casa è come lui: caotica ma con un filo rosso che non tutti possono
capire. L’uomo la istruisce, letteralmente, su questioni matematiche che lei si
sforza di capire per renderlo felice, ma la vera svolta è rappresentata da
Ruto, figlio della governante che su insistente richiesta del professore, al
ritorno dalla scuola (contro i canoni dell’agenzia) viene regolarmente alla
dependance e si ferma con loro fino alla fine dell’orario di lavoro della
madre. Anche Ruto, che il professore chiama radice quadrata per via della sua
testa un po’ piatta, ha un post-it dedicato sul polso che ricorda al professore
chi sia e perché sia lì. Ogni 80 minuti. L’amicizia ed il rapporto tra i tre
cresce di giorno in giorno, nonostante la memoria a breve termine. Come fossero
una piccola famiglia. La governante cerca di introdurre nella vita del
professore piccoli fuori programma, come una passeggiata e una partita di
baseball (anche se lui crede che la squadra dei Tigers sia ancora quella degli
anni 70). Non vi sono più orari da osservare, non importa se viene pagata per
un orario molto ridotto da quello che effettivamente fa ogni giorno,
l’importante è regalare un po’ di felicità a quest’uomo che tanto si impegna
per aprire loro il mondo della matematica. Un giorno però a sorpresa viene
licenziata. Così su due piedi. E altrettanto su due piedi viene riassunta. (non
vi dico perché se no vi rovino la storia – non posso rovinarvi l’unico colpo di
scena del libro). La loro vita riprende con le stesse vicissitudini e gli
stessi problemi di sempre... fino all’undicesimo compleanno di Ruto! Il lettore
ha la strana percezione che la familiarità aumenti, che la confidenza aumenti,
che i rapporti si intensifichino, ma questo si scontra con la patologia del
professore. Come può ricordare cose avvenute 80 minuti prima? Non può. Ogni
momento o elemento importante viene annotato dal professore su un nuovo
foglietto che fatica a trovare posto sui suoi abiti già stracolmi. Ogni momento
condiviso o bello ha un suo post-it, che conferisce al professore solo il
potere di prendere nota che la tal cosa è avvenuta, ma non di ricordarla,
ovviamente. Su un post it c’è scritto “Ruto, il figlio della governante”, che
gli permette di riconoscere il bambino che ogni 80 minuti vede per la prima
volta, ma non gli consente di ricordare tutti i momenti condivisi con lui, la
quotidianità e le emozioni. Quindi questa percezione di “progresso” ci arriva
dalle parole e dal punto di vista della governante perché per lei, ovviamente,
tutto quello che è stato vissuto è ben saldo in un passato recente, che lei non
dimentica. Mette un mattone sull’altro (operazione che il professore non può
fare), costruisce un muro sempre più solido ed il lettore non può non
condividere questo punto di vista, perché anche per il lettore le vicende sono
fissate in punto preciso del passato. Raccontata così vi chiederete che cosa ci
possa essere di noioso… di noioso ci sono tutte le incursioni matematiche! E
badate bene che non sono quelle del professore ad essere noiose, ma quelle che
ogni volta, successivamente, fa la governante. Sembra di tornare a leggere Il
Mago dei Numeri… quindi nel complesso è un po’ pesante, o almeno, a me è
sembrato tale.
Leggetelo,
in ogni caso ne vale la pena perché è scritto bene, ha un filo interessante,
anche se non è che le pagine scorrano così velocemente; chissà mai che qualcuno
di voi mi suggerisca un aspetto che non ho considerato o legga in differente
modo qualche passaggio.
Non conoscevo questo libro: mi ispira moltissimo! :)
RispondiEliminaCiao Cami!!! Mi accorgo solo ora del tuo commento...
RispondiEliminaGuarda non saprei cosa consigliarti. Sicuramente ha un suo fascino, però ... Mi farebbe piacere che tu lo leggessi, in modo da vedere anche la tua opinione a riguardo!!! Ciao ciao ^_^