sabato 31 dicembre 2011

Il Mercante di Tulipani

Inizio: 9 dicembre 2011
Fine: 30 dicembre 2011

Siamo sinceri fino in fondo: inizialmente ero perplessa, poi la fine mi ha fatto cambiare idea. Io non lo so se, onestamente, lo consiglierei come lettura..
Andiamo con ordine. 1600-1650 circa. Olanda. Province Unite. Il libro narra la storia di un povero vedovo con 4 figli, di natali nobili, ma dal presente difficile. Tuttavia la loro antica ricchezza si intravede ancora in un’imponente casa, oramai decadente, di cui sono i proprietari. Cornelis Van Deruick è proprietario di una piccola botteguccia che basta a coprire le necessità della famiglia; tuttavia egli spasima per il commercio e rivendica la sua natura di mercante imbarcandosi per il Brasile per diventare appunto un mercante di spezie. Prima di lasciare l’Olanda però raccomanda il figlio maggiore (al quale affida la casa ed in fratelli in sua assenza) a Paulus Van Bereysten, suo vecchio amico ed, in qualche modo, in debito con lui. L’insigne personaggio è infatti un ricco mercante, attualmente rettore dell’università; chi meglio di lui può aiutare il giovane Van Deruick nei suoi primi passi come amministratore della casa e della famiglia? Quello che Cornelis non immagina è come Paulus modellerà e plasmerà a suo piacimento la figura di Wilhelm. Paulus, mercante di tulipani, inizia a questa pratica molto redditizia il suo giovane pupillo, accaparrandosi la sua fiducia con il dono di ben due bulbi (valore totale 2600 fiorini) che Wilhelm, sotto l’occhio benevolo di Paulus, riesce a piazzare al miglior prezzo nelle aste clandestine nelle taverne. Una tale ricchezza improvvisa fa breccia nel cuore “nobile” del primogenito che spera di innalzare la sua famiglia alle vecchie glorie e farsi bello agli occhi dei fratelli. Per suggellare ancora di più i rapporti, Wilhelm vende la bottega di famiglia, per investirla in tulipani, e va a lavorare insieme a suo fratello Jasper presso le serre di Paulus. I rapporti di Paulus e Wilhelm così si stringono ogni giorno di più (e non solo quelli d’affari) facendo emergere alcuni lati del rettore altamente disgustosi. Questo feeling però si infrange costantemente contro la durezza di Eliasar, figlio di Paulus, che non sopporta il legame tra i due e non comprende nemmeno perché il padre gli preferisca un poveretto come Wilhelm. Per placare gli animi si propone ( o meglio si comanda) che Petra, sorella maggiore di Wilhelm, si sposi con l’erede di Paulus, in modo da suggellare anche sulla carta un legame ormai evidente..
In tutto questo, il povero Cornelis in Brasile ha avuto una sfortuna nera e non riesce nemmeno a racimolare la comma che gli consentirebbe di imbarcarsi di nuovo per le Province Unite. Riceve lettere confortanti da Wilhelm che, oltre ad amministrare egregiamente la famiglia, sembra avere tra le mani l’affare del secolo. Cornelis, che riesce a guadagnarsi da vivere facendo il sarto, ha vergogna della sua condizione e continua a dire ai figli di star facendo grandi cose.
Nel frattempo anche Wilhelm racconta un sacco di frottole, nemmeno lui riesce a dire al padre di aver cacciato tutta la famiglia in un bel guaio, indebitandosi con Paulus della cifra di 10000 fiorini, corrispondenti alla dote della sorella. Ancora una volta, i tulipani, croce e delizia di questo racconto, sembrano intervenire a ristabilire l’ordine: se Wilhelm si procurerà l’ambitissimo Semper Augustus, allora il debito verrà cancellato e le nozze di Petra con Eliasar verranno celebrate… Nessuno però ha fatto i conti con Petra la quale, innamorata del cocchiere del Van Bereysten, non ha nessuna intenzione di sposare Eliasar….
Non voglio assolutamente rovinare l’ultima parte di questo libro che è senza dubbio la più importante e tragica allo stesso modo. Raggiungendo picchi di drammaticità sublimi. Forza e coraggio però perché la piccola amara si manda giù con il miele e vedrete che ne rimarrete entusiasti.
Ora, giunti a questo punto, vi ripeto, la fine è decisamente entusiasmante, si.. ma il libro.. non so, proprio fino in fondo, onestamente, non mi ha convinto. Ammetto che Bleys descrive davvero molto bene luoghi e personaggi e ha una scrittura fluida e piacevole… ma non sono convinta al cento per cento. Alcune parti del libro mi hanno un po’ infastidito.. perché parliamoci chiaro, questo racconto emana cattiveria da tutti i pori. Forse è quello, la cattiveria sottile che serpeggia sempre.. Leggetelo, poi mi direte cosa ne pensate!

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