Inizio: 25 luglio 2013
Fine: 5 settembre 2013
Alla faccia della quarta di copertina
che presupponeva qualcosa di magico!!! …. non solo non l’ho trovato, ma in questo
libro ho visto una strana Banana Yoshimoto. Molto più leggera e meno profonda che
in altri libri. Non so perché ma nella mia testa questo libro aveva preso forma
in maniera totalmente diversa. Infatti ad un certo punto, quasi delusa dall'andamento, l'ho abbandonato sul comodino, come per punirlo di non aver atteso alle mie aspettative... ma oggi, quella copertina gialla mi ha chiamato ed io ho risposto.
Yuko
Iizuka è una ragazza di quattordici anni, con una grande passione per il
disegno. Frequenta un corso diretto dall’insegnante Hisakura (per tutti Kyu). Vive
con la madre, con la quale quotidianamente mangia quinti di gelato, questo è il
loro momento di felicità. I suoi genitori non sono separati, ma il padre,
sempre in viaggio per affari, non è mai a casa. Nonostante quest’assenza
pesante, la sua vita scorre felice e senza grandi pensieri, fino a quando, un
giorno, si rende conto di vedere e sentire cose che tutte le altre persone non
avvertono. La cosa la turba, ma allo stesso tempo è felice quando le capita
qualche visione inaspettata. Non sa con chi condividere questo segreto fino a
quando, un giorno, sia accorge che il suo maestro sta guardando proprio quello
che sta guardando lei, fuori dalla finestra dell’aula. Solo loro due, perché ovviamente
nessuno si è accorto di nulla. Yuko finalmente può condividere quella stranezza
con qualcuno; vorrebbe invitare fuori Kyu, frequentarlo, per parlare di tutto
ciò che accade loro. Trova il coraggio, ma il suo insegnante, ligio al dovere,
le dice che la loro frequentazione non sarebbe opportuna, vigendo il serio
rapporto allieva-maestro. Così Yuko, di punto in bianco, abbandona colori e
matite e si ritira dalla scuola, pronta a qualsiasi sacrificio pur di
frequentare quell’uomo al quale tanto si sente affine e legata. Ovviamente non
tarda molto prima che la madre si accorga dei cambiamenti della figlia e venga
a scoprire dei suoi incontri con il maestro, al quale pone una serie di domande
in merito e, messe le cose in chiaro, non pare ostacolare più di tanto la loro
frequentazione. Certo, non è cosa di tutti i giorni assecondare una figlia adolescente
a fidanzarsi con il suo insegnate, tuttavia sua madre si fida di lei. Non si può
negare che quei due abbiano molto in comune, a partire dal loro rapporto con la
famiglia, passando per la sindrome dell’abbandono. Nonostante le sue buone e caste
intenzioni, per la piccola Yuko le cose si complicano. Nonostante non voglia fare
passi affrettati, Kyu le piace veramente.
Ed in qualche modo è gelosa ed affascinata dalle due donne che aleggiano nella
sua vita, Miho innamorata e non ricambiata, pronta a passare la sua vita amandolo
in silenzio e Hotsumi, amata e che non ricambia, che lo ha lasciato perché non
poteva sopportare la quieta ma ingombrante presenza di Miho. Dopo averle conosciute
entrambe alla mostra personale di Kyu (che è uno scultore) ovviamente decide di
affrontare l’argomento con lui; quasi buffo questo dialogo tra lei, quattordicenne
e lui, con il doppio dei suoi anni, tanto imbarazzato quanto onesto. Kyu, già
stanco di alcuni meccanismi che la piccola Yuko deve ancora scoprire. Eppure tra
di loro, tra gelosie e serietà, stranamente ingrana; ingrana al punto tale che
Kyu porta Yuko a conoscere sua madre con il pretesto di regalarle una delle sue
opere. Questo piccolo viaggio avrà per tutti e tre un sapore speciale e
indimenticabile.
Se
c’è un tema che ricorre in questo romanzo è sicuramente quello della famiglia,
ed in particolare il rapporto genitori-figli e tra padre e madre (in quanto
marito e moglie), con tanto di deviazioni pericolose, come abbandoni, gelosie,
senso di inadeguatezza e rancore. La famiglia è declinata in tutte le sue
sfumature. Al rapporto di Yuko e Kyu in realtà si da spazio, ma uno spazio
marginale, secondario; non è il primo amore di Yuko a farla da padrona. È la
crescita di entrambi, la capacità di affrontare fantasmi del passato che
incombono sul presente. Non si parla più né di magia né d’altro di simile,
quello era solo il pretesto per far incontrare due anime e fonderle. Perché alla
fine, nonostante la loro differenza d’età, si avvicinano l’uno all’altra fino
quasi a confondersi.
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