Fine: 16 aprile 2015
Avrei avuto bisogno
di ritrovare la solita Yoshimoto, semplicemente questo. Quando attraverso
momenti particolarmente difficili emotivamente mi rifugio nelle sue parole. Non
mi fa sentire meglio, mi distrae dolcemente, come il rollio di una nave.
Stavolta, però, Banana non c’era. Sembra perfino di aver trovato la brutta
copia della Divakaruni (e questo mi piace poco). Non voglio tarpare le ali alla
quadrilogia de “Il Regno”, ma insomma, l’attacco, Andromeda Heights, non rende
la migliore Yoshimoto. Il rapporto di Shizukuishi con i cactus mi sembra
l’ombra di quello di Tilo con le spezie e, tanto per chiarirci, “La maga delle
spezie” è uno dei miei libri preferiti in assoluto. Banana ha da ritenersi
fortunata se non urlo allo scandalo.
Giappone, giorni
nostri. Shizukuishi vive con la nonna da sempre. Orfana da quando lei lo
ricordi, questa donna si è sempre occupata di lei e da sempre vivono molto
spartanamente in alta montagna. Definire la nonna di Shizukuishi una curatrice
in senso stretto sarebbe forse troppo, diciamo che la definizione migliore è
“curatrice di anime” con buona pace di quelli che credono che curando l’anima,
per l’appunto, si curi il corpo. Tutto sta nel tè. In questa bevanda che di
miracoloso ha ben poco, ma di naturale, genuino, sano e spontaneo, tutto. Ogni
persona, ogni patologia, ogni paura, dolore, senso di disagio, ha un suo tè,
che Shizukuishi ha imparato, dalle mani sapienti della nonna, a preparare,
senza ovviamente raggiungere mai i suoi livelli. Ogni giorno scorre uguale a
quello prima, eppure Shizukuishi non potrebbe immaginare una vita diversa:
immersa nella natura giorno e notte, impegnata ad aiutare il prossimo. Tuttavia
il suo felice, ma fragile, mondo crolla come un castello di carte quando la
nonna le annuncia che ha intenzione di trasferirsi a Malta con un nuovo
compagno. Lei ricorda a malapena quell’uomo gentile che qualche tempo prima era
stato curato con il tè della nonna e aveva regalato loro un pc nuovo di zecca
con tanto di connessione internet, per poter ordinare il tè e riceverlo anche
dall’altra parte del mondo. Ma l’idea che i due si fossero scambiati mail per
mesi, tanto da portare la nonna ad una tale drastica decisione, non aveva
nemmeno sfiorato il cervello di Shizukuishi. Nonostante l’invito a seguirla, la
nonna non riesce a convincere la ragazza ad abbandonare il Giappone per una
nuova avventura in Europa. Shizukuishi non l’avrebbe mai creduto possibile, eppure
eccola lì, la nuova traumatica realtà, prendere piede da un giorno con l’altro:
dovrà abbandonare la sua vita, così come l’ha sempre condotta ed andare in
città. Potrà continuare a produrre i tè della nonna, ma dovrà comunque trovarsi
un altro lavoro. Dovrà cavarsela da sola. Non sembra una prospettiva allettante,
quantomeno fino a quando non ottiene un colloquio con il signor Kaede. È amore
reciproco a prima vista. Un amore molto particolare. Kaede è un bell’uomo,
giovane ed interessante, con un grosso handicap: è praticamente cieco. Kaede
però, ha un dono eccezionale: è un sensitivo. Prende in mano un oggetto
appartenente ad una persona e sente qualcosa, ha delle visioni. Le sue prestazioni
sono richiestissime e nel frattempo sta cercando anche di scrivere un libro… ha
bisogno di una segretaria che lo registri e poi trascriva le sue parole. Ma che
lo assista quotidianamente ricevendo i clienti, prendendo appuntamenti e quant’altro.
E Shizukuishi è la persona adatta a questo scopo. L’amore spirituale che li
unisce e che fa si che i due si comprendano incredibilmente con poco è tutto
ciò che a loro basta per essere felici e godere l’uno dell’amicizia dell’altro.
Anche se il signor Kataoka, compagno di Kaede, mal sopporta questa ragazza
(troppo avvenente ed impicciona, secondo i suoi gusti) e la vorrebbe dentro
casa solo ed esclusivamente nell’orario di lavoro. Nemmeno a dirlo, Shizukuishi
non ha nessun interesse per quello che lei considera un secondo maestre (dopo
la nonna) e, di fatti, comincia a frequentare un giovane uomo di nome Shin’ichiro,
conosciuto al giardino botanico. Ma quando Shizukuishi avrà forse più bisogno
di Kaede accanto, lui, come la nonna, sene va: partirà per un anno o forse più con
Kataoka. Andranno a vivere a Firenze e lei dovrà ricominciare ancora una volta.
Ora c’è Shin’ichiro, ma… basterà?
Ho addocchiato il
secondo libro di questa quadrilogia… non costa nemmeno molto, ma adesso non
sono pronta. Questo libro mi ha lasciato uno strano sapore in bocca.. a dire la
verità non me ne ha lasciato nessuno. Niente. Ed è stranissimo per me, di
solito Banana ha una forza spaventosa sulla mia emotività. Fino a quando non
avrò fatto ordine sarà meglio non proseguire. La Yoshimoto per me è “emozione”
e qui boh, sembra essersi persa. Diversamente significa che mi sono persa io.
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