Inizio: 25 aprile 2015
Fine: 26 aprile 2015
L’anno scorso, più o meno in questo
periodo, avevo chiuso “La vendetta del numero Nove” pensando a quanto tempo
sarebbe passato prima che io potessi leggere “La sfida del numero Cinque”. Ovviamente,
come spesso accade, la vita mi ha portato a fare altro e quando questo libro
finalmente è uscito anche in Italia, l’ho comprato e posato in libreria. Non
avevo addosso la frenesia della lettura. Un mese e mezzo fa circa mi sono accorta
che era uscito anche “Il ritorno del numero Sette”, l’ho comprato e posato
accanto agli altri. Poi, tre giorni fa, è scattata la Lorienite acuta e mi sono messa a leggere… Inutile dire che mi sono
rimasti tra le mani poco più di 36 ore. Andiamo per ordine.
Base di Dulce. New Mexico. Sam è
rinchiuso da talmente tanto tempo che no sa nemmeno più da quanto. Sa solo che
dopo essere stato torturato da Setrakus Ra, il Benevolo Condottiero (come lo
chiamo i Mogadorian) non lo ha ucciso e per qualche strano motivo non sembra
intenzionato a farlo. È riuscito a strappargli qualche informazione ma nulla più.
È debole ma dentro di lui la speranza che Nove e John ce l’abbiano fatta prende
il sopravvento quando si rende conto che qualcuno sta attaccando la base: solo
i Garde ne avrebbero opportunità e coraggio. Le sue urla disperate non
raggiungono né John né Nove, ma inaspettatamente un Mogadorian appare davanti
alla sua cella, non è come tutti gli altri, sembra umano… ed accanto a lui c’è una
persona che Sam non avrebbe mai sperato di vedere: suo padre Malcom. Non c’è
tempo per spiegarsi, raccontarsi o altro, nemmeno per comprendere perché quel
Mogadorian sembra aiutarli a fuggire, bisogna muoversi ad uscire di lì.
Hancock Center, Chicago. Illinois. John,
Maren, Stanley, Marina, Naveen, Ella e Sarah sono assieme, tutti incredibilmente
illesi. Il rifugio creato ed attrezzato da Sandor è ancora il posto migliore dove
rifugiarsi. Bernie Kosar è sempre con loro. Nonostante all’apparenza siano al
sicuro, gli incubi notturni non smettono di perseguitare Ella, terrorizzandola;
nemmeno John riesce a riposare, finendo
per passare quasi tutte le notti appollaiato sul tetto. Che si fa
adesso? Sono assieme, eppure sono usciti quasi sconfitti dall’incontro con
Setrakus Ra, come pensano di gestire la minaccia Mogadorian? Esercitarsi a
combattere sembra l’unica cosa da fare ma prima sarà meglio rintracciare
Cinque, che sta facendo di tutto (esponendosi fin troppo) per trovare gli altri
Loric: probabilmente è solo e spaventato. Si decide per il salvataggio estremo:
Sei e John lo raggiungeranno in Arkansas, sperando di tornare il prima
possibile. Trovano Cinque, solo e spaventato come immaginavano. La missione
sembra fin troppo semplice e quando i Mogadorian intervengono in massa per
fermare (ed uccidere) i Garde è battaglia. Piken piombano da ogni lato mettendo
in seria difficoltà Sei e Quattro, fino a quando Malcom e Samuel non accorrono inaspettatamente
in loro aiuto. Con due amici ritrovati e l’ultimo Garde, i Loric sono esausti,
ma al settimo cielo. Tuttavia il rientro a Chicago le cose si complicano; Ella
rivela il contenuto della lettera di Crayton, spiegando la sua origine diversa
e non considerandosi quindi, il numero Dieci. Cinque non piace a nessuno, solo
Otto e Marina cercano e realmente di farlo a sentire a proprio agio. È sempre
stato solo, ha solo bisogno di tempo, o forse no. A Nove inoltre non va giù la
presenza di Malcom e Sam (non aveva protestato troppo per Sarah..), soprattutto
dopo avere scoperto che Malcom, torturato per anni, ha rivelato informazioni
vitali agli uomini del Benevolo Condottiero ed ha profondi buchi di memoria. Come
se già questo non bastasse a renderlo sospetto, è stato aiutato ad evadere da
un Mogadorian, Adam, del quale si fida e con il quale cerca di mettersi in
contatto da giorni. I Loric temono un attacco improvviso, di essere scoperti ed
annientati tutti insieme. Bisogna imparare ad usare le Eredità, imparare a comprendere
come utilizzare le cose contenute nei loro scrigni. Bisogna recuperare quelli
che non sono caduti nelle mani dei Mog, come ad esempio quello di Cinque, che
lui stesso ha sepolto nelle Everglades. La missione di recupero viene
organizzata in tutta fretta, non c’è un solo minuto da perdere. Alla vigilia della partenza, però, l’ennesimo
incubo fa piombare Ella in uno stato di incoscienza traumatico: ha le convulsioni,
sembra terrorizzata e provata, ma soprattutto non riescono a svegliarla. La
situazione peggiora notevolmente quando, afferrando il polso di John, Ella sembra
risucchiarlo nell’incubo, lasciandolo in preda alle convulsioni e praticamente
in coma come lei. Che si fa? Sei, Sette, Otto e Nove decidono comunque di partire
per cercare lo scrigno di Cinque. Lasciano Sam, Sarah e Malcom a badare a John
ed Ella, costantemente intrappolati in una realtà parallela. Mentre i
Mogadorian si avvicinano pericolosamente alla Hancock Tower, i giovani Loric
stanno andando incontro ad un imboscata: ma chi è realmente il traditore? È comunque
troppo tardi: con tre soli umani a fare da scudo a Quattro e Dieci i Mogadorian
irrompono all’ultimo piano dell’Hancock Center. Sam, Malcom e Sarah fanno del loro
meglio ma la situazione è critica, decisamente troppo oltre la loro portata. Esattamente
come per gli altri nelle Everglades. John, imprigionato nel sogno di Ella finalmente
capisce cosa la turba, si forma una nuova cicatrice sulla sua caviglia e, dal
dolore, Quattro si sveglia. È stato solo un sogno? No. Qualcuno è morto
veramente. Un altro Garde è stato ucciso. Malcom sanguina, sta morendo; Sam e Sarah sono allo stremo delle forze e qualcuno sta sottraendo il corpo immobile di Ella. John si è
svegliato in un incubo ancora peggiore.
Che dirvi di più? Almeno il finale
lasciamolo in sospeso. La mia recensione ha lo stesso ritmo incalzante del
libro. Ogni volta resto basita dalla bravura di James Frey
e Jobie Hughes:
è incredibile la loro capacità di rendere avvincente ed inaspettata una saga
che ha già tre capitoli alle sue spalle. I punti di snodo sono molto
interessanti ed i colpi di scena (in qualsiasi altro libro prevedibili) qui
risultano tali. Impossibili da prevedere. Impensabili. In questo libro le voci
narranti sono quelle di Sam, Sei, Quattro e Sette. Mi piace l’alternanza delle
voci dei protagonisti che permette al lettore di entrare nei panni di tutti, di
comprendere punti di vista e debolezze. Ancora non ci è stata data la
possibilità di entrare nei panni di Nove, Otto, Ella né tantomeno in quelli di
Cinque… forse nel prossimo capitolo! Se dovessi trovare una pecca, giusto per
il gusto di trovarla… i Mogadorian mi ricordano un po’ troppo i Dissennatori,
anche nel comportamento e Setrakus Ra fa un po’ Lord Voldemort.. ma a Pittacus
Lore perdono qualsiasi cosa!!!!
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