mercoledì 20 marzo 2013

City


Inizio: 11 marzo 2013
Fine: 19 marzo 2013

°_° E no Alessandro. Sono veramente arrabbiata. Che cosa diavolo hai scritto?? Che cosa mi rappresenta questo libro??? Scusami Baricco, a me di solito piaci, ma sto giro hai proprio toppato. Fermo restando che non mi è stata chiara per tutto il tempo la trama di questo libro, né il filo rosso che lega i personaggi, vorrei anche capire primo, che personaggi hai scelto e secondo, ma che razza di storielle solo?????

Ricapitoliamo. In una città non meglio definita si sta facendo una votazione telefonica per tenere in vita o meno un personaggio dei fumetti, quando, una delle operatrici telefoniche, Shatzy Shell, riceve una strana telefonata da un ragazzino di nome Gould (un genio assoluto già laureato a soli tredici anni). Viene licenziata mezz’ora dopo per non essersi limitata a rispondere, annotare, ringraziare e chiudere la comunicazione. Shatzy incontra Gould e i suoi due amici strampalati Poomerang (un ragazzone rapato a zero e sempre vestito di nero) e Diesel (un ragazzone alto e grosso). La ragazza accetta di buon grado di diventare la nuova governante di Gould, che vive solo, lontano dal padre (ufficiale dell’esercito, che lo chiama ogni giorno alle 19:15) e dalla madre (ricoverata in una clinica psichiatrica da quasi sei anni) a due passi dal suo college. College che frequenta con passione e profitto, seguito da ventisette professori diversi. E potremmo fermarci qui. Punto. Nel senso che non si va oltre. Non c’è assolutamente nient’altro da dire a riguardo! Peccato che questa storiella assurda venga farcita di altrettante storielle assurde, che incasinano la trama in modo esponenziale di pagina in pagina. Volete qualche esempio? Shatzy dalla più tenera età sta scrivendo un western ed ogni tanto passa da un dialogo (che in questo caso è un eufemismo) con Gould alle appassionanti vicende delle sorelle Dolphin, di Pat Cobhan, di Bird, etc; il rito del barbiere si trasforma in un omicidio volontario e lesioni ad incapace; ogni due per tre seguiamo per radio (ogni volta che Gould va in bagno) le vicende si Larry Gorman, pugile infallibile e del suo maestro Mondini; gli amici di Gould, Poomerang e Diesel parlano per tutto il libro nondicendo … (no ma vi rendete conto??); lacrime, vaneggiamenti e attacchi di nausea del professore di fisica quantistica di Gould, il Signor Mondrian Kilroy, pervadono i capitoli; allo stesso modo le parole secche come un rotolo di paglia nel deserto dell’allenatore Taltomar; e in ultimo non dimentichiamoci la roulotte gialla, in attesa di una macchina che la porti in giro. E potrei continuare a iosa, a gogò, perdendomi nella notte dei tempi. Ora, io mi chiedo perché. Perché Baricco ha scritto sta roba?

Poi arrivi alle ultime 100 pagine e Baricco, così, tra una divagazione e l’altra, cuce insieme le storie che fino ad ora non avevano un senso e taaac, tutto torna. Torna facendoti pensare che alla fine un senso ce l’ha e ha anche un non so che di magico. A metà tra un romanzo molto triste e pieno di scontri con la vita e una storia alla Beautiful Mind. Tutto si collega e tu capisci, quasi senza ombra di dubbio, tutto quello che non  hai capito prima. E pensi anche che è decisamente un bel finale. Forse ti spingi anche alla conclusione totalmente inattesa: “è un bel libro”. Ma anche no, non ci cado Baricco stavolta. Io e te differiamo perché per me non basta il finale ad effetto e la spiegazione geniale a fine libro per definirlo “bello”; no Alessandro, proprio non riesco a togliermi di dosso le prime 220 pagine di caos assoluto e la fatica di stare dietro alle tue parole.

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