venerdì 15 marzo 2013

L'abbazia di Northanger

Inzio: 14 marzo 2013
Fine: 15 marzo 2013

Riprendo in mano questo libro dopo undici anni. Nel lontano 2002 dovetti leggerlo per l’esame di letteratura inglese. Il bello e il sublime, questo era il filo rosso del corso. All’epoca mi era piaciuto molto ed avevo messo 4 stelline, ma in realtà non so bene quanta attenzione ci avessi realmente messo nel leggerlo perché era l’ennesimo libro di questo tipo che la nostra insegnante ci aveva dato da preparare per l’esame.

Catherine è una ragazza normalissima, nell'accezione negativa (se esiste) del termine. Potremmo dire che non spicca per nessuna delle sue doti, sta lì nel mezzo come molte altre, anzi forse, potremmo dire che sta un po’ sotto la media. Eppure Jane ci informa da subito che diventerà un’eroina, perciò non meravigliamoci se così non ci appare nei primi capitoli. Dalla sua abitazione, non lontana da Salisbury, la sedicenne Catherine Morland viene invitata da una sua conoscente, Mrs Allen, a trascorrere sei settimane nella rinomata località vacanziera di Bath, nel sud dell’Inghilterra. Si prospettano per lei interessanti serate ai balli e giornate destinate allo shopping ed alle terme. Ma non sembra così bello quando Catherine si rende conto di non avere altra compagnia che quella di Mrs Allen. Tuttavia l’incontro fortuito con una vecchia amica di Mrs Allen, Mrs Thorpe, le permette di conoscere Isabella, la figlia maggiore e di instaurare un buon rapporto di amicizia. Le due cominciano a condividere l’amore per le serate e gli abiti, i pettegolezzi sugli uomini e i libri, come The Mysteries of Udolpho (di Ann Radcliffe) considerati veri horror dell’epoca. Catherine scopre inoltre che il fratello di Isabella, John, è un caro amico di suo fratello James; un’amicizia chiusa a doppia mandata. Nonostante John si presenti come un ragazzo appetibile, Catherine ha già un altro interesse: Henry Tilney, un giovane conosciuto una delle prime sere. Ma lei, inesperta dell’amore e dei comportamenti che ne conseguono, rifiuta un ballo con lui pentendosene amaramente subito dopo. Nemmeno la conoscenza della sorella di lui sembra riportarle il sorriso, sentendosi sempre più isolata dagli altri. Inoltre, la bella Catherine è costantemente infastidita dal giovane Thorpe che sembra divertirsi a mandare a monte i suoi piani ed a farle una corte serrata, non esitando a mentirle per raggiungere i suoi scopi. In realtà John mente praticamente sempre, esagerando con un’arroganza sfrontata qualsiasi cosa lo riguardi, parlando con ostentata pomposità delle sue miracolose imprese davanti ad una Catherine sempre più indispettita ed annoiata. Cercando di prendere le distanze dai Thorpe (ed anche da Isabella) la giovinetta cerca di fare amicizia con la giovane Tilney, un po’ per affetto un po’ per via del fratello, del quale si è invaghita. Nonostante le continue intromissioni di John, i visi imbronciati di Isabella e la delusione del fratello James, Catherine si stringe sempre più alla famiglia dei Tilney e l’unico a sembrare dalla sua parte è Mr Allen. A scombussolare definitivamente la vita della giovinetta ecco arrivare la notizia del fidanzamento ufficiale di Isabella e James e la richiesta da parte del generale Tilney di trascorrere con loro qualche settimana nella loro casa a Glouchestershire, vista la loro imminente partenza. Catherine, già emozionatissima, non riesce più a contenersi quando scopre che la dimora dei Tilney non è nientepopodimeno che un’abbazia, quella di Northanger e comincia a fondere e confondere le avventure di Emily in Udolpho, con le sue. Talmente convinta di vivere un’avventura all’insegna dello spavento, Catherine non esita ad inventarsi di sana pianta misteri e loghi occulti (che non esistono) e a convincersi di svelare chissà quali segreti. È molto divertente la descrizione che fa la Austen di certi passaggi, ironizzando a gogò sull’ingenuità della ragazza che crede di essere come Emily. Sebbene vi sia uno sfondo prevalentemente gotico, Northanger Abbey è pur sempre un romanzo amoroso e quindi gradualmente  la scena cambia, per tornare agli intrighi amorosi tra i Tilney, i Morland e i Thorpe.

A distanza di anni posso dire che riconfermo il mio giudizio, sicuramente con maggiore consapevolezza della bellezza di questo romanzo. È una lettura leggera, per quanto Jane Austen sia un’esperta nel creare ansie in chi la legge (monta e smonta le vicende in modo disarmante e viene il batticuore ogni volta che qualcosa va storto; si resta in un’attesa sofferente che le cose si risolvano in favore dei nostri eroi). Sicuramente non ne resterete delusi! Ma forse, proprio per il contenuto pieno di riferimenti ad Udolpho, dovreste prima accostarvi al bellissimo libro di Ann Radcliffe! Ci sarebbero altri commenti da fare, ma sono squisitamente letterari e riguardano la difesa del romanzo (che trapela nettamente dalle parole dell’autrice) come genere letterario dignitoso e intrigante; pertanto non mi dilungherò su questo aspetto. Se a qualcuno interessasse lo approfondirò!

4 commenti:

  1. A me interesserebbe molto la tematica letteraria della difesa del romanzo :D

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    1. sei troppo lovely!!!

      Raccolgo le energie (ho la febbre) e ti servo il tutto...

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  2. Cara Cami, vediamo di essere esaustive ma concise:

    quello che noi chiamiamo romanzo (novel) trova il suo apice nel ‘700 inglese. Si tratta di brevi racconti di prosa che hanno un contenuto amoroso e raccontano vicende verosimili con personaggi realistici ed eventi quotidiani. Deriva da modelli narrativi nei quali erano presenti gli elementi del romance (di carattere fantastico) e della history (fedele alla realtà ed alla prospettiva dell’individuo). Il romanzo (novel) è veicolo attraverso il quale si può costruire un’identità sociale. Il suo ruolo è dunque fondamentale. Devono incarnare determinati valori riconoscibili e riconosciuti. Essendo un genere così introspettivo e che da molto spazio ai sentimenti ed alla sensibilità, esso è stato fonte di attrazione per le donne, in qualità di scrittrici. Ma ovviamente piano piano i valori espressi cominciano ad essere più trasgressivi e le donne più audaci (non a livello sessuale, ma di sfacciataggine, diremmo noi oggi, in senso di ribellione alle convenzioni). Ann Radcliffe nel 1794 scrive un bellissimo romanzo gotico, The Mysteries of Udolpho. Questo romanzo ha, in più, una spiccata attrazione per il sublime, per ciò che è mistero e ciò che è fantastico. Ovunque aleggia l’astonishment (stupore); ovviamente si discosta molto dalla tradizione, pur non essendo, la Radcliffe, la prima a scrive romanzi gotici. La protagonista, che corrisponde ai canoni borghesi, attraverso mille peripezie sconfigge il villain (simbolo dell’usurpatore). Cominciano a sorgere parodie di tali romanzi, sia gotici che sentimentali. Northanger Abbey è molto sarcastico nei confronti di Udolpho. La Austen fa sobbalzare la sua Catherine per le cose più assurde e la fa stare in stato d’ansia nel vedere una banale cassettiera. La Radcliffe aveva fatto correre Emily (la protagonista di Udolpho) per castelli pieni di mistero, che nascondevano orrori e segreti. Catherine crede di avere le avventure di Emily e la Austen se ne burla con gusto. C’è troppa sensibility nelle sue reazioni. Perfino leggere romanzi gotici può essere cosa da non dirsi in giro, di cui vergognarsi. Nel libro Catherine viene presa in giro da John, per questo. Il novel sembra una sciocchezzuola priva di significato, che non vale la pena di leggere e che scarseggia in contenuti. Non è, come dire, una lettura di spessore. Jane Austen, in realtà, all’interno di Northanger Abbey, difende spesso la qualità del novel riabilitandolo e definendolo piacevole e meritevole di essere letto. Anche perché, pur avendo ceduto all’ironia, non può riconoscere alla Radcliffe il grande ruolo che ha avuto; è stata un’insegnante del genere anche per Jane, che scrive ella stessa romanzi.

    Spero di averti dato un’idea abbastanza chiara e succinta :) se ti interessa l’argomento comunque ci sono alcuni libri interessanti da consultare sulla storia della Letteratura inglese.

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  3. Ileen, ora mi sento in colpa! Potevi prenderti tutto il tempo che volevi, se hai la febbre devi stare tranquilla sotto le coperte e pensare a guarire :)


    Ti ringrazio doppiamente, visto lo sforzo, per la tua spiegazione chiara e concisa. L'argomento è davvero interessante, penso proverò a cercare qualche saggio a riguardo!

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