venerdì 23 settembre 2011

Colazione da Starbucks

Inizio: 3 agosto 2010
Fine: 26 agosto 2010

Bello, non bellissimo.
Chiariamo subito una cosa: il libro mi è piaciuto davvero molto, soprattutto per il modo in cui è narrata la vicenda. Tami è fantastica e quello che mi piace in particolare è che dimostra meno anni di quelli che ha in realtà, 27. Mi sento costretta a fare un paragone con questa mia coetanea e a riflettere sulle mille idee descritte nel libro.
Ardishir è un altro personaggio ricco di fascino, come lo stesso Ike (che rimane comunque un personaggio non approfondito).
E allora cosa mi fa dubitare?
Il pregiudizio. Sembrava mostrarsi come un romanzo senza stereotipi e pregiudizi, ma secondo me ne è pieno, a partire dalla figura di Maryam, la sorella maggiore, fortunata, con un matrimonio felice, un bel lavoro, una bella casa, una vita "moderna". E lo stesso Ardishir, marito esemplare, un misto tra tradizione e modernbità che non sbaglia un colpo e fa sempre la cosa giusta. Eppure Maryam è un personagiio stereotipato: la sorella che fa di tutto per la picola di casa, che si scontra, che le asciuga le lacrime, che si mostra ultraconservatrice (incoerente con il seno rifatto) e che alla fine appare come la buona samaritana. E poi Eva, lo stereotipo non solo dell'americana media ma un po' di tutte le ragazze occidentali, sfrontata (ma can che abbaia non morde), libera, felice, spensierata... tutto quello che Tami non è.
Ike, il principe azzurro dagli occhi colore dell'oceano che magicamente risolve il tutto, quando per tutto il libro Tanìmi ci insegna che raramente nella vita c'è un lieto fine.
I personaggi quindi, a parer mio, sono zeppi di preconcetti, al contarrio dei continui paragoni tra l'America e l'Iran, che, al contario, mi sono parsi abbastanza soggettivi (giusto) ma privi di giudizi. Lo scontro tra due mondi sicuramente differenti. Tami trova in America esattamente quello che le avevano detto che avrebbe trovato. A dispetto di tutto e tutti.
Gli unici persoaggi non stereotipati sono i genitori, che guarda caso sono iraniani e non americani.

Citazione pag 8
 La serenità con cui sorridono. Sono così spensierate, loro, così fortunate da poter dar per scontata la loro fortuna.

Citazione pag 51
 Abbiamo imparato la lezione, dicono: mai fidarsi di un oratore carismatico che ti dice quello che vuoi sentirti dire, che si scaglia contro gli abusi e gli eccessi e promette di creare una società giusta senza però curarsi di spiegare che metterà a tacere gli oppositori mandandoli a morte, al ritmo di quattro o cinque al giorno.

Citazione pag 68
 La libertà, comincio a capire, consiste nel non rendersi neppure conto di essere liberi.

Citazione pag 70
Devo imparare a convincere un uomo che si divertirà più con me che senza di me.

Citazione pag 76
Meglio restare in una patria che soffoca il tuo spirito, amarla di un amore non corrisposto, o dichiararsi sconfitti e consegnare al ladro le chiavi di casa propria dicendogli "ecco, tieni, tanto non me ne importa più nulla, hai già portato via tutto e non mi resta più niente".

Citazione pag 117
Arriva fino a dove riesci a vedere e quando ci arriverai potrai vedere più lontano.

Citazione pag 189
Sentire il sole addosso dovrebbe rientrare fra i diritti fontamentali di ogni essere umano.

Citazione pag 192
Eva: "Sto solo dicendo che l'unione fa la forza".
Tami: "Sono le armi che fanno la forza" dico alla mia ingenua amica.

Citazione pag 207Quello che penso è che se il solo coraggio che avete è sperare in un futuro migliore, allora avete ben poco coraggio.

Citazione pag 228
Dio, voi americani mi fate impazzire! Siete convinti che tutto sia così facile! E forse lo è. Per voi, ma per il resto del mondo proprio no. Sai, siamo in tanti a combattere anche solo per arrivare al giorno dopo.

Citazione pag 238
Il matrimonio è l'unica guerra in cui i nemici dormono insieme.

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