Inizio: 16 febbraio 2010
Fine: 23 febbraio 2010
Lo cominci e ti chiedi: ma come diavolo scrive questo?
Lo leggi e intanto di dici: ma tutto questo ha un senso?
Lo finisci e ti dici: mbè? Quindi?
Lo leggi e intanto di dici: ma tutto questo ha un senso?
Lo finisci e ti dici: mbè? Quindi?
Dovrebbe essere un giallo, ambientato a New York, in realtà è un racconto ambientato a New York. Si, ci sono gli omicidi (3), c'è colui che indaga (Kinky), la polizia, gli amici, i giornalisti, la biondona famme-fatele... e poi manca tutto quello che di norma fa scattare al lettore la curiosità di indagare a sua volta. Manca la struttura del giallo. Kinky Friedman, o meglio il personaggio Kinky Jolson ci porta nei sui bar, nei suoi locali, nel suo modo e ci sbatte li. Non ci spiega non ci dice "benvnenuti" non ci aiuta, come se noi non fossimo nemmeno lì. Non si capisce il suo modo di indagare, nè tantomeno se ci sia un metodo reale; non ci sono prove nè indizi, ma una sola frase rivelatrice (solo per il personaggio) che costruisce la storia e che la fa crollare.
Di buono c'è che il cinismo alle volte raggiunge livelli divertenti e qualche risata scappa.. ma nulla di più.
Di buono c'è che il cinismo alle volte raggiunge livelli divertenti e qualche risata scappa.. ma nulla di più.
Citazione pag. 105:
"Stavo diventando paranoico? Probabile. Ma se riesci a rimanere paranoico abbastanza a lungo, prima o poi ti troverai ad aver ragione."
"Stavo diventando paranoico? Probabile. Ma se riesci a rimanere paranoico abbastanza a lungo, prima o poi ti troverai ad aver ragione."
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