venerdì 23 settembre 2011

La cripta dei cappuccini

Inizio: 29 gennaio 2011
Fine: 10 febbraio 2011

Sicuramente questo genere di libri non è il mio forte. La lettura di questo libro nasce da un errore: il titolo mi ha fatto immaginare un giallo, alla Ellis Peters. Quando mi sono resa conto che mi ero sbagliata era tardi. Tanto valeva finire di leggerlo. In realtà non è che mi sia fatta un parere negativo, tutt’altro, solo non me ne sono fatta nessuno. Io non sono un’amante di libri sulla guerra, o in odore di, ma questo fortunatamente non è stato un problema per la mia sconsiderata, vergognosa sensibilità (da essere umano rifiuto la guerra e i suoi orrori, non riesco a leggere cose come “se questo è un uomo”, soffro troppo). Solo che alla fine io non ho capito se quest’uomo volesse o meno morire in guerra, in questo caso la Prima Guerra Mondiale. Si perché il Signor Trotta va incontro alla morte come se fosse un nonnulla, dopo averci ripetutamente detto per molte pagine che “la morte incrociava già le sue mani ossute sopra i calici dai quali bevevamo”. E torna quasi dispiaciuto di essere vivo (ma perché mai?) e di dover far fronte alla sua vita coniugale; si perché il Signor Trotta prima di partire per la guerra si era sposato nella speranza di non dover tornare. Stretto tra una madre austera ed indipendente ed una moglie con un’amica-amante che non sembra avere nessuna intenzione di essere sua moglie (forse anche lei sperava che sarebbe morto in guerra), il nostro protagonista contrae debiti a tutto andare, senza riuscire a farvi fronte. Nemmeno la paternità lo riempie di gioia, no, forse perché Elisabeth è scappata con Jolanth (l’amica-amante) lasciandogli il piccolo Francesco Ferdinando Eugenio da crescere. E quando anche la madre lo lascia, morendo, per il nostro Signor Trotta non resta che tornare nuovamente alla cripta dei cappuccini, dove riposa in pace l’imperatore Francesco Giuseppe, per un ultimo saluto tra uomini.
Ripeto, non so darvi un parere, metto tre stelle solo perché non mi ha entusiasmato… io vi consiglio comunque di leggerlo, anche perché magari, a voi piacerà da matti!

Citazione pag 167
Era uno di quegli uomini cosiddetti pratici che sono incapaci di rinunciare a un'idea cosiddetta fertile, quand'anche le persone siano inadatte a realizzarla.

Citazione pag 173
Ma le rivoluzioni di oggi hanno un difetto: non riescono.

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